Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/111

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L FDITORE AI BENEVOLI LETTORI CHI La lingua, espressione di quanto v'è di più intimo nel- l'uomo e nella società, questa leva del pensiero, questo «imbolo dell'affetto, donde viene tanto lume alla storia dei popoli, siccome quella in cui rifìettesi quasi «specchio il ge- nio, il grado, il carattere e la qualità della loro coltura, la lingua mostravasi , a' tempi di Dante , in ciascuna città d'Italia, ma non dimorava in alcuna. Questa lingua de- rivata dai vulghi italici, presso cui perseverò tenace con tutte le sue sgramaticature, si è grado grado ripulita per la prodigiosa virtù degli ingegni e dell'arte, che bastò in liberi tempi a signoreggiare le menti italiche, e dare ori- gine e perenne vigore alla nostra letteratura. Ecco perchè il divino AUighieri è onorato dagli Italiani come il padre della loro letteratura, e il fondatore di quell'unità morale, che resistette per tanti secoli alla spada dei conquistatori « del tempo.