Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/298

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164 INPERNO 22. Ti si farà, per tuo ben far, nimico. Ed è ragion: che tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare il dolce fico. 23. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi: Gente avara, invidiosa, e superba. De' lor costumi fa che tu ti forbi. ^ 24. La tua fortuna tanto onor ti serba. Che runa parte e l'altra avranno fame Di te: ma lungi fia dal becco l'erba. 25. Faccian le bestie fiesolane strame Di lor medesme; e non tocchin la pianta, S' alcuna surge ancor nel lor letame; 26. In cui riviva la sementa santa Di quei Roman' che vi rimaser quando Fu fatto '1 nidio di malizia tanta. — Distin|?ne i Fiorentini discesi da Fie- sole, disfatto Catìlina, a popolare la città , dove uochi eran restati della colonia romana: li distingue, dal puro seme romano ; come se la mon- tagna desse uomini più stupidi e molli e corrotti. [G. Vili. , l. IV, e. 5 ; e Ma^'liiav., ist. Fior . I. XI ] — Monte. Nella Volerare Eloqunnzd bia- sima le morìf.iinine e ruaticane lo- quele , nfl XVI del Paradiso grilla contro Del villnn d'AguQlwn. di quel da Signa — M icignu. Virgilio, delie pietre di Df'u aliane: Uudehotiines nati, durum genus (Georg . h Inde genus durun suruu^ experien>'que la- borum: Et documenta dan-us qua siniìis origine nati (Ovid., Met., 1). 22. (L) Lazzi : aceibi. (L) Lizzi. Vive in Corsica. Crescenz.. il G — Disconvien. Pe^r.: Gentil jianfa in aiiio terreno Pir che it diicont^enga. —- Fico Imagi- ne ctie nella Hdibia torna frequente. 23. (SL) Orbi Fiorentini ciechi : il proverbio vive luUo-^a; fin dacrhè i Pi.sani conqai<?fata M-jorica. (pren- do a Firenze due porte di bronzo o due colonne, quesia scelse le colon- ne^ed erano annerile d;d fuoco ; ma perchè rinvoltate , i Fiorentini non ne ne avvidero se non tardi. Altri vuole che qui s' accenni alla cecità di Firenze «laando apersero le porle a TotiU, che poi la distrusse, vili.» il, l: I Fiorentini malavveduti , e però furo. .. chiamati ciechi, credei- tono olle sue false lusinghe... e mi- sero dentro lui e sua gente. Ciò fu nel U9. Il Viiifinl ancora: Noi Fio- rellini etti, orbi per antico volgaie proverbio per li nostri dijetti e di' scord te 24. (L) Mi: Invano ti brameranno. (SLi Parte. Bianchi e Neri. Dil- l'accoglienza avuta o offerta o spe- rata nelle corti de'jiignori roma- gnuoli, lombardi o toscani e'd^^'la- ceva l'augurio. — Fame Ma nel XVll del Paradiso egli, l' infelice, ha fame della ingrata sua patria In S. Cate- rina sovente : fame drll'anime (della salute loro) — Becco. Nel verso se- guente li chiamjv l)esiie. Qui pare intenda rostro se p&i parla del hidio. "25. (L) Medesme: s'ammontino e irifradlcirio fra loro. 20. (L) Fu: fu creata Firenze. ■— Nidio : nido. (SL) S'inta [C ] l. Esdr. IX. 2. Co>nrniiCuerunt serncn sanclum cum . pupulis tcrarum. (Fi Roman. Dante si stimava doppi- mniiH romano, se vero è che si leiiesse disci'ndnnte della nobtl tamislia Frangipani I pregludi/.ii d'astrologia e ili tiobili.n nella mente di lui s'accoppiano a' sentimenti più alti: sebbene questo delle schiatte , che in Dante é pregiudizio , in sé