Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/302

Da Wikisource.

16S INFERNO ridice il nome di lui, non a caso. Ed é bello il riconoscerlo, tutto ciiè dlfformato dapiaajhe recenti e vec- chie, fatte e bruciate dal fuoco; ma 1' asrnizione di Forese, rami'.o, n«l Purgatorio, affettuosa anch' essa, nel dire è più schietta Più affettU')Sfl qui sono le dipartenze : e l'accenno a Beatrice, la donna pura e sua mi- gliore maestra, qui fa contrapposto insieme e armonia. Contrapposto non così moralmente felice, sono le dure altere parole , che tengono di macigno , contro la patria ; e quel discernimento tra Fio- rentini fiesolani e Fiorentini romani , è pregiudizio letterato. Predlcenio che le due parti contrarie avrebbero fame di lui^ non antivedeva le lun- ghe fami e freddi e vigilie dell'esilio ; né il m'osto preludio del venticinque- simo del Paradiso, poeticamente oiù bello anche perchè mesto p mite. Ve- ram^^nte nell« aspre Oirole di que- sto canto senti più il lazro del sorbo che la dolcezz'i del fico. A ogni modo, prova che Dinte voleva es- sere fico. '■<. le locazioni orbi, forbirsi de coslumi imouri , becco, strame t letame; e i modi famigliari quasi proveriji'Tli, il villan la sua marra, ben accolta chi la vola; e. le simili- tudini del sirto e del palio, p'ù ori- ginali che rjuella della nuova luna e degli argini padovani e fiamminghi; dimostrano che della dignità poetica Dante aveva tutl' altro concetto che noi.