Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/314

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178 INPfERNO 15. Ed io che posto son con loro in croce, Jacopo Rusticucci fui: e certo La fiera moglie, più ch'altro, mi nuoce. — 16. S' i' fossi stato dal fuoco coverto, Gittato mi sarei tra lor di sotto; E credo che '1 Dottor Tavria solterto. 17. Ma, perch' i' mi sarei bruciato e cotto, Vinse paura la mia buona voglia Che di loro abbracciar mi facea ghiotto. 18. Poi cominciai: — Non dispetto, ma doglia, La vostra coiìdizion dentro mi fìsse (Tanto che tardi tutta si dispoglia), 19. Tosto che questo mio signor mi disse Parole per le quali io mi pensai Che, qual voi s:ete, tal gente venisse. 20. Di vostra terra sono: e sempre mai L'ovra di voi e gli onorati nomi Con aftezion ritrassi e ascoltai. 21. Lascio lo fele, e vo pei dolcifpomi Promessi a me per lo verace duca: Ma fino al centro pria convien ch'i' tomi. — 13. (SL) Croce. - Valeva qualsiasi fatto non frequente nel Nostro. Ve- tormento, appunto come tormento, stire fortezza, virtù, è modo biblico, da torquere, si stende; ad altri dolori. Psal., XXXIV, 26 : Induantur... re- li Petrarca^ accoppiando non bene le verentia. Georg. , Il , delle piante» due imagini diverse : Amor c/ie «n'/ia Exuerint siloestrem animum. JEn : legato e lienmi in croce. — Jacopo. Vi : Exue mentem. Dante : E d' ogni Ricco e valente cavaliere. consolar l'anima spoglia. Bart. S. 16. (L) 5of<o, scendendo dall'argine. Cene: Dei vizi spagliati Giambull. : — Sofferto, tuttoché guelfi e rei. Dispogliatosi d'ogni compassione, 17. (SL) Colto. Il primo indica l' Im- i9. (L) Qnal : alta. pressione della fiamma ; l'altro del- (SD Q^mi. Quanto più modesta, l'ardore. Inf. , XV : Cotto aspetto, tanto più degna d'alto lodatore e Vita s. Girol. : Né puote l' uomo an~ d'alti lodati, la lode. dare sopra le brace, che le sue piante 20. (L) Terra: città. —Ocra: po- non si cuociano. Seorg., IV : Flund- litica. — Ritram : rappresentai a me na... adlimum radi tepefacta coque- stesso per imitarla. bant. Lucan., VI: lacnclas admifso (SL) Oora. Inf., XV: Dato Va- sole medullas. - IX: Quoscalor ad- vreiaWopera conforto. Dànleneì Ì300 juvit , putrique incoxil arenae. — era Guelfo; ma tale non si sarebbe Ghiotto. Ariosto, XXIX, 61 Con gli dimostro qui se ì tre Guelll non a- piacqne il delicato volto. Si ne di- vesserò meritatala stima anco di, lui venne immantinente ghiotto. non più guelfo. -- Ritrassi. Dante, 18. (L) Dispetto: dispregio. — La. nel VI dell'Inferno, aveva già par- Caso retto. — Doglia: il vostro stato lato a Ciacco di Tegghlaio e del Ru.- m'accora, e lungamente mi dorrà, siicucci. (SL) Dispoglia. Le metafore fisse 21. (L) Fcle: del male. — Per lo: e dispoglia non Istanno insieme : di- dal. — Centro : della terra. — Tomi: cali.