Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/337

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CANTO XVII. 201 LA PENA DEL FUOCO. Giova ritornare sull' ordine delle pene qual' è ragionato da Dante , di che già fu detto nell' undecimo Canto. La Somma (1), con l'usata profondita ed esaltezza, viene distinguendo le colpe secondo gii og- getti a' quali esse tendono, secondo che riguardano più specialmente lo spirilo la materia, secondo le cagioni che le muovono, secondo le persone contro Ih quali si ppcca , secondo la gravita che le rende più meno remissibili, secondo il commettere ahun atto o 1' omet- terlo, secondo l'eccesso o il difetto degli atti, secondo le circostanze, secondo il procedimento : poi cerca come e in quanto siano le colpe connesse fra loro, se pari di gravila o no ; se questa sia da misurarsi secondo la condizione di chi pecca, o secondo la quantità del nocu- mento che reca. Nella Somma stessa è la distinzione principale del peccati, contro Dio, sé, i prossimi; che è altresì in Isidoro (2). Nel- 1' assegnare a' peccati gravità diversa, Tommaso nota, come, seguendo r errore degli Stoici, e forse interpretando male un passo di Jacopo, certi Eretici facessero pari a tutti i dannati le pene. Dante le viene variando secondo la qualità e quantità della colpa, come può umana ragione e fantasia; ma non già che in alire visioni non si rincontrino supplizii forse più convenevolmente appropriati. Né è maraviglia che la poesia non ritrovi proporzioni giuste tra il fallo e la pena, se non le rinviene irreprensibili neppure la scienza politica e la filosofica : e molto ci sarebbe da dire sopra quel passo di Tommaso, ove appunto alla triplice distinzione delle relazioni dell'uomo applicando 1' altra notissima delle virtù, dice: Le virtù teologiche ordinano l'uomo ri- spetto a DlOj temperanza e fortezza rispetto a sé stesso, giustizia a' prossimi. Ognun vede che la giustizia comprende le relazioni verso Dio e verso sé, e che da quelle verso i prossimi non possono essere escluse la fortezza e la temperanza. Ma per seguire le consonanze del pensiero di Dante con quello di S. Tommaso leggansi i luoghi seguenti : Pecca contro Dio r eretico e il sacrilego e il bestemmialore .... Peccano contro sé il goloso , il lascivo e il prodigo . . . Contro il prossimo, il ladro e l' omicida... L'uomo è naturalmenfe animale politico e sociale (3). Chi pecca nel prossimo, pecca e in Dio e in sé medesimo... (4). In quanto V ordine rispetto a Dio inchiude ogni ordine umano, il peccare contro Dio è comune a ogni peccato; ma inquanto l' ordine rispetto a Dio sovrasta (1) 1, 2, 72, 73. (4) Ecco il modo: avere in sé man (2) De suraiuo bono. violenta. (3) .\rist. Po!., I.