Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/368

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232 INPERNO 38. Euripilo ebbe nome. E cosi '1 canta L'alta mia tragedia in alcun loco. Ben lo sa' tu, che la sai tutta quanta. 39. Quell'altro, che ne' fianchi è cosi poco, Michele Scotto fu; che veramente Delle magiche frode seppe il giuoco. 40. Vedi Guido Bonatti: vedi Asdente, Che avere inteso al cuoio e allo spago Ora vorrebbe; ma tardi si pente. 41. Vedi le triste che lasciaron l'ago, La spola e '1 fuso, e fecersi indovine; Fecer malie con erbe e con imago. 42. Ma Vienne omai: che già tiene '1 confine D'ambeduo gli emisperi, e tocca l'onda Sotto Sibilia, Caino e le spine. Aulidfi, Mn., IV, 426. — Fune. £.q., IV: Torios... incidere luna. 38. (L) Trageùiu: Eneide. — Al- cun: un. (■^L) C'intt. Mn.. Il: Eurypilum icitatu*n nmcula Phacbi Miliintu%. (F) Tmgeoia Conime»ia chiama la propria, reme iJOtsìa più dimessa, risietto air Etieidi^ 39. (L) Poco: esile. (SL) Poco Vive In Toscana. — Scollo Indovino a' tempi di Fede- rico II, maestro in nt'gromanzia al dir del Boccaccio. Il suo nome è ce- lebre ani'ora in Iscozia. Aveva, di- cono, tanti spiriti al suo comando che non sapeva a che lavoro occu- parli. In una notte gli fecero un ar- gine che portava ancora il suo nome. Li mise da ultimo a far delle funi con sola rena; e ci lavorano ancora. Michele era tra' negromanti uno de' più innocui e buoni. Trjdnsse in Ia- lino il l'bro di Aristotele: DecìU oni- mali [ Ttie lay of the last Miiistrel by W. àcoit , e le note, dove a Iole del suo casato ha dis>ep;jeMito tutti gli Sfott che ha potuto Anche War- ton, UidO' ij 01 English Poelrìj, voi. 1, disserl 11. ] 40. (L) Intero: atreso- (SL) Guido di Forlì, autore d'un Trattato d'astronomia, non inutile alla scienza, stampato tre vòlte e tra- doUo in italiano, in francese, in te- desco: fu consultato da Federico II, da Ezzelino, da Guido di Moniefel- tro. di cui coopeio df»>si . all'im- presa accennata nel XXXVll dell'In- ferno Era astrologo della repubblica fiorentina. — Asdtvte. Conv. : A- sdente, calzol'io oi Parma. 41. (L) Imago delia persona da in- (SD Erbe. Virgilo (Bue Vili), e Ovidio (M-t ) e Orazio (Epod.) par- lano di venetlcìo con erbe. — Imago. DimaliPcon l' imagine, Virgilio(Bdc., Vili) Orazio (Sat. , l. 8): Linea el effigies, erat, aUera cerea... Excidere aiqu herbas, atque incanlala lacer- tis VinciUa 42. (L) Onda marina. — Caino: la luna. (SL) Confine. La luna è per tra- montare dal nostro emisfero, e tocca l'opposto, cioè il mare sotto Siviglia di Spagna, occidentale rispetto all' l- talia. La luna, invisibile ai due Poeti toccava l' o-cidenie: dunque il dì chinava ai Poeti, e nasceva nei no- stro emisfero. Ecco i>;ìssaii due gior- ni. Onda. Georg.. I : Sol... se con- dii in undas. — Caino. Credeva il volgo, e crede nel regno di Napoli, le macchie della luna esser Caino che innalza una forcata di spine (Par., li).