Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/394

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258 INPERNO I barallierl sono tuffali in pegol a bollente perchè questo è vizio contagioso ; e ogni frode è attaccaticcia e ogni avarizia tenace e nera ; perché la mente del barattiere è un continuo fermento : in callidi- tate et deceptione bullit, cosi Pietro di Dante. Dicesi tuttavia aver le mani impeciate e sporche chi riceve o piglia mal guadagnato danaro. Ma l'idea del tormento e' l'avrà forse attinta dal virgiliano: Per pice torrentes atraque voragine ripas (1). E Ambrogio : Cujus torrentes in piceni convertuntur (2). In una visione rammentata dal signor Ozanam un dannato è prima incatenato, poi fatto in pezzi e gettato a bollire in una caldaia; il che rammenta gli uncini^ de' demoni! di Dante; e la sua comparazione dei cuochi che fanno a' lor vassalli (i cuochi avevano allora vassalli; ora i vassalli hanno cuochi) tuffare nella caldaia la carne. E Arman- nino fa clie Tesifone faccia a' suoi ministri voltare con forconi i bu- giardi e i seminatori di scandali: e ripe'e la comparazione de' cuo- chi. Ne'bollandisli (3): Il diavolo è veduto pescare in aria coli' amo... Un demonio con tanaglie infiammale e uncini tira un' anima fuor del corpo, lì diavol nero che corre su per lo scoglio, fiero nell'aspetto acerbo negli atti, aiutandosi de' piedi insieme e dell'ali, come il legno delle vele e de' remi, e portando sulla gobba un Lucchese a ca- valcioni, tenendogli con le nlani f piedi stretti, è una imagine più scolpita tra quelle tante delle quali formicolano le solile visioni. Te- Iros et nigerrimos spiritus (4). Hominem nebulosum deformis statura^, nigrum, squallidum, pannis et annis obsitum (5). Le grida de' diavoli prima contro il Poeta (quasi per illudere alle accuse avventategli dai suoi Fiorentini), poi contro il Navarrese, rammentano quel di Bernar- do: Griderà il demonio al demoniX): Lacera ratto: strappa le spo- glie. Agostino (così Tommaso (6) tocca (7) delle opinioni di coloro che posero i demonii avere corpi naturalmente a sé uniti, ma non lo af- ferma di suo (8). Il Gaetano e l'Eugubino fanno i demonii con organi corporali (9). Tommaso fa questa questione: Utrum inter dacmones sit praelatio ; e risponde che sì; cioè che altri sovrastano, e altri obediscono (10), come qui Malacoda ordina ai dieci che accompagnino i due Poeti, e per decurione gli dà Barbarìccia : sebbene questo Malacoda sia eletto, quasi per suffragio universale, che vada al parlamento, forse in gra- zia del nome che rappresenta l'intenzione di tutti (11). I demonii non sono uguali di natura come sono gli uomini: ma l' assoggettarsi che fanno gì' inferiori di natura ai superiori non è a bene di questi, anzi a male; perchè il malfare essendo miseria^ il soprastare nel male è più misera cosa. — La pena de' demonii ìion è mitigata dalla potestà di punire altrui. E a cotesta podestà Danto pon per confine il giro della bolgia dalla quale non si possono dipar- tire (12). E la zuffa che tra due di loro accade, oltre all' essere comi- ci) Mn.. IX. (10) Girolamo afTerma (Adv. RuGn., (2) Prifif. ad Mis. IX) : Daemoncs inter se diversa officio- (3) I, pag. 92: pag. 234. rum genera esse sortitos. (4) Greg , Dial., IV, 38. (1 1 ) Traggasi avanti l'un di voi, che (5) Boll., I, pag. 119. m'oda... Tutti gridaron ; Vada Mala- (6) Som,, 1, 2, 89. cod% (Inf., XXI). (7) De Div. dem,, IV. (12) Lue, XVL 26 : Quivoltint hine (8) Come appare dal detto De civ. transìre ad vos, non passini, hug. Dia- Dei. bolus vitit plerumque nocere... et non (9) In Ephes. , XI. Eug.^ de Per. poiest quia polestas ejus est sub pott- PhibVIIi, 26. slate.