Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/447

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CANTO XXVII. 311 5. Così, per non aver via né forame, Dal principio del fuoco, in suo linguaggio Si convertivan le parole grame. 6. Ma poscia oh' ebber colto lor viaggio Su per la punta dandole quel guizzo Che dato avea la lingua in lor passaggio; 7. Udimmo dire: — tu a cui io drizzo La voce, che parlavi mo lombardo, Dicendo: « Issa ten va: più non t* aizzo; » 8. Perch' i' sia giunto torse alquanto tardo. Non t' incresca ristare a parlar meco. Vedi che non incresce a me; e ardo. 9. Se tu pur mo in questo mondo cieco Caduto se' di quella dolce terra Latina, onde mia colpa tutta reco; 10. Dimmi se i Romagnuoli han pace o guerra: Ch' i' fui de' monti là intra Urbino E '1 giogo di che Tever si disserra. — 11. Io era in giuso ancora attento e chino, Quando il mio duca mi tentò di costa. Dicendo: — Parla tu. Questi è latino. — ^ (SU Mugghiava. Claud. In Eu- lombarÓQ intendesi forse italiano tr. I. Piimus inexpertum. Siculo ro- (.Purg , XVI. t. 16 e 42). gente tyranno, SeusH opus, aocuit- 8 (L) Perch' : ancorché. que suuiii n.ugiìe juvencum. Come {5L} [Vcai Preghiera piena di Perii lo nell'abuso «Jell' arte propria passione e rj'alTetio ] trovò sua pena, «osi è rie'consiiilieri 9. (^L) Dolce. jEa. , IV: Dulces.., di frode.— Et. Bocc. : Perch' ti pa^- rehìiquere terras. - X : Duices mu- sasse — Affiti to Soni : lyue ai {ligi, riens remniscitur Argos. 5. (L» Prncipio : lingua, cima. 10 (L) Ch\ . . : ^.erhé. — Là : (SL; Piincipio. Nel Purgatorio Munteffliro, cltià tra Urbino e le chiama principio la lima d'un monte, soigenti del Tevere. 6. (L) Viaggio : via. — Avea : in ^SL) Disserra. Arios. , XXXI : vita. Guicciardo at corso si disserra - Dis- (SL) Viaggio. JEn,, VII: Vocis serrarsi il bacchetti (ìNgv. XXI) de- iter. gli asini 7. (L) Jm;' Virgilio — iWo:ora. — 11. (L) Tentò: toccò dall' un lato i*5a; or va: i-iti non li siimoioadir^ ppr cenno. — Latino: Ilaiiano, non (^L) Drizzo. Dante, Cinz : U Greco. parlar aella cita r/i' io proio, PiV (SL) Tentò. Inf. , XII. t. 22. — eh" $i drtz i aegnamente a vui. — Costa. H r. Sai., Il, 5: LuhUo 5i«n- lisa. Inf, XXlli. 1.3. Modi luuibar- lem prope tnnyens. — L'itmo. ^ella di Or come. V«ryiiio parlava lom- Volgare E oquenza chiama l'italiano bardo ai Greci ? Non percfiè i suoi latinum vulgare. genitori lombardi (Inf., I), ma per