Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/508

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872 INFERN© ad esso. Altri chiamano questo gigante Tifone , clie simboleggia più propriamente i turbini, nei quali, come negli sfoghi dell'elettrico, le emanazioni della terra possono forse, almeno mediatamente, quanto gli avvolgimenti dell'aria. E il nome di Tifone rammenta poi le fa- vole egizie, e queste la guerra de' due princlpii, de' quali il men buono è alla fine vinto: principli che sono non solamente simboleggiati dalle forze de' corpi terrestri e celesti , ma che muovono veramente esse forze, siccome dai libri del vecchio e del nuovo testamento s'adombra. La grandezza delle membra di Tifeo è da Ovidio disegnata così: che la man destra di lui sta sotto Pelòro, sotto Pachino la sinistra, le gambe sotto Lilibeo, gli pesa il monte Etna sopra la lesta; e ogni volta eh' e' fa per riscuotersi e sollevarsi, ne trema la terra (1). Anche di qui Dante avrà tolta non tanto la proporzione de' suoi giganti, quanto forse la comparazione dello scuotersi d' Etialte, al tremar della terra. Non è da credere che l'imagine de' giganti mezzi entro al pozzo del ghiaccio, e mezzi fuori venisse a Dante da Glaudiano (2) : Ima parie viget moriens et parte superstes; che non so se fosse noto a quell'età Glaudiano: ma di Tiff^o gli parlavano e Lucano e Virgilio dove la madre ad Amore : Nate patris summi qui tela Typhoèa temnis (3), che vale, i fulmini vincitori di Tifeo, e rammenta i giganti che mi- naccia Giove dal cielo ancora quando tuona. Uvidio dà a Tifeo cento mani (4), com' altri a Briareo; ma Dante li fa tutti simili , con sòie due braccia. E notisi che parlandosi di questa fidens Juventus horrida brachiis (5), Dante ripete più e più volte l'imagine delle braccia e la stessa parola. La similitudine de' giganti alle torri rammenta 1 due guerrieri virgiliani: [psi intus, dextra ac laeva prò turribus adstant Armati ferro, et cristis capita aita corusci: Quales aèriae..., Consur- gunt geminae quercus, intonsaque coelo AltoUimt capita , et sublimi vertice nutant (6). E un'altra misura di grandezza gigante ó in quei di Virgilio: Quam magnus Orimi , Qaum pedes incedit medii per maxima Nerci Stagna, viam scindens, humero snpereminet undas (7). Anche Tizio è qui nominato. Figliuolo di Giove da una mortale, e per teina di Giunone affidato alla Terra: dal che si conferma come gl'illegittimi, abbandonati sul nudo terreno, chiamassersi figli della Terra, onde li raccoglieva l'altrui pietà. Tizio tentò Latona , però saettato da Apollo; che simboleggia forse gì' illegiilimi e gli igno- bili aspiranti a più alte nozze , e puniti se non legiilimassero con la forza r amore. Per nove jugeri di terreno distendono la persona di Tizio in Inferno, e Virgilio e Ovidio e Tibullo (8); e gli mettono un avoltojo al fegato che, mangiato, a nuovo tormento rinasce; al fegato che era tenuto la sede del concupiscibile onde Tizio peccò. E forse Dante nei giganti che nomina avrà inteso adombrare di- verse maniere di superba e incivile empietà. Briareo iìgliuol di Ti- (1) Ov. Mei., V. chiaro, come Ovidio ama, e perchè più (2) Hipt. Pi'os., II. semplice è da prescegliere ; e rammenta (3) En , L il modo di Datile la speranza dell' al- (4) Al verso d'Ovidio : JElhcriaa au- tozza (fiif., 1) e quel di Virgilio: Quid sum sperare Typh'iéa sedcs (MA., V., ine cocliimspi'rarejnhcbar? {Gcov^ ^W). 248) l'Eiiisio vorrelibe letto , spirare, (5) l!or. Ciirm., Ili, 4. e porli! un monte d'aulorità, le quali (6) Mn., IX. E nel III: Turrìli sco- non provano se non che spirare signi- pali. (ìcu mandar fuori lo spirito di qnell' uf- (7) /En., X. folto passione che s'ha nell'anima, il (8) .En., Vf; Met., IV j Tib., I, 3. chequi non fa: ina sperare dà senso