Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/88

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LXXX DOTTR INE POLITICHE DI DANTE. la. E però ristringere a una corte il concetto, sarebbe un renderlo e men filosofico e men poetico di quel ch'egli era nella niente dell'esule. Al modo ch'io dico, le due opinioni si conciliano, non si distruggono: non è dal simbolo esclu- sa nemmen l' avarizia della tracotante schiatta che s'4ndra- ga contro chi fugge, e si placa a chi mostra il dente o la borsa; la schiatta degli Adimari, un de'quali occupò i con- fiscati beni dell' Allighieri sbandito, e sempre per vii cupi- digia stette avverso al nome di lui. Se ne volete altra prova, ascoltate que' canti che nel Purgatorio gli avari fanno sentire a correzione del passato lor vizio: e udrete in essi rammentare e la modesta po- vertà di Maria, e la severa povertà di Fabrizio, e la gene- rosità di Niccolò nel dotare fanciulle pericolanti; e poi del- l'avarizia gli esempi contrarli, che cantano nella notte (per- chè nella luce del giorno si celebra la gioia del bene, e nelle tenebre meglio 1' anima si raccoglie al pentimento del male); gli esem|)i contrarli, che sono il tradimento e il la- trocinio di Pigmalione, la ridevole miseria di Mida, il fur- to d' Acamo, la morte d'Anania e di Saffira, le busse di Eliodoro, e Poli nestore e Crasso. Ed è cosh notabile che questa commemorazione de' danni dall'avarizia portati, è, al dir di Dante, Tamarissima tra le pene del purgatorio; col qual verso è mirabilmente significata si la turpitudine di quel vizio, e sì la potenza che ha al pentimento pure il pensiero del male sull'anima dal terreno carcere liberata. Ora, siccome gii esempi del bene sono dedotti dalla madre di Gesù, da un vescovo, da un cittadino romano; e gli esempi del male da tre principi, da un cittadino di repub- blica, da un ministro di principi rubatore di cose sacre, da un guerriero, da una donna; così nella lupa è figurata l'avarizia e di preti e di laici, e di ricchi e di poveri, e di guerrieri e di donne. E siccome tra gli esempi della virtù contraria sono rammentati e poveri continenti e poveri liberali con virtù; similmente col vizio dell'avarizia è in- sieme punita la prodigalità tra purganti non meno che tra dannati. Sapiente accoppiamento: perchè tanto il prodi- go quanto l'avaro oltraggiano la giustizia e l'umanità; l'uno e l'altro vuole oro, quegli per isperdere, questi per nascondere; l'uno e l'altro defrauda i meritevoli; l'uno e l'altro conduce gii Stati a rovina. Così nelle cose morali serbava il Poeta quella impnrzialità che ad ora ad ora nel- le politiche lo fa singolare. E notate che nessun altrovizio Dante accoppiò al suo contrario come fece la prodigalità e l'avarizia; perchè nessun altro è così chiaramente e così dannosamente cagione del suo contrario, ed eltetto. Il pro- digo è: costretto patire le cupide angherie dell'avaro per I