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c o m m e n t o |
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sima de le cose odorifere, e però s’interpetra commistione, el folle amore; cioè lo stolto amore che nasce da l’appetito carnale, e
però si dice figliuolo di Venere: imperò che la lussuria di sè e di
Baco genera sì fatto figliuolo, cioè l’amore disonesto: l’amore disonesto
nasce dal furore della lussuria, e da l’abundanzia e soperchio
del mangiare e del bere, e chiamasi Cupido; cioè dante concupiscenzia
et illicito desiderio Raggiasse; cioè risplendesse e raggi
rendesse, volta; cioè girata pria col moto uniforme del primo mobile
1, e poi col suo difforme, nel terzo epiciclo: epiciclo è cerchio
posto sopra altro cerchio. Tutti li pianeti ànno epiciclo, salvo che
lo Sole: et è l’epiciclo lo cerchio che àe nella sua circunferenzia
l’altezza e la bassezza del pianeto, e tiene lo centro suo in sul
cerchio deferente, e per la circunferenzia del cerchio deferente si
muove da occidente ad oriente, e lo pianeto va per questo epiciclo.
E quando è a li due punti che toccano lo deferente, allora si dice lo
pianeto stazionario, e l’uno punto è di verso oriente, l’altro di verso
occidente, e quando è ne l’arco di sopra tra li detti due punti, si
dice lo pianeto diritto; ma quando è nell’altro arco opposito di
sotto si dice retrogrado, sicchè dice che lo pianeto àe quattro movimenti;
cioè l’uniforme che si rota col mondo in 24 ore col deferente;
e lo moto del deferente che si muove coll’ottava spera in 100 anni
uno grado; e lo moto de l’epiciclo da occidente ad oriente; e lo
moto del pianeto per l’epiciclo, quando è ne la parte di sopra
d’oriente ad occidente, e quando è di sotto da occidente ad oriente.
E dice nel terzo: imperò che lo primo epiciclo è quel de la
Luna, lo secondo è quello di Mercurio, lo terzo è quello di Venere. Per che; cioè per la quale credulità falsa et erronea, non pur a lei;
cioè a Venere, faceano onore Di sacrificio: imperò che a lei sacrificavano,
e di votivo grido; cioè di pregare con voti, Le genti antiche;
che furno anticamente, che adoravano l’iduli, nello antico errore;
cioè nello errore che fu allora in tutti li più, salvo che nel populo
d’Iddio. E debbesi attendere che questo errore ebbe origine, secondo
che si scrive nello Scintillario dei Poeti, che fu uno uomo in Egitto
ricchissimo che ebbe nome Sirofanes: questo ebbe uno figliuolo lo
quale amava immoderatamente. Avvenne che morì, e ’l padre per
troppo amore che avea a questo suo figlio fece fare una statua che
li simigliasse e rappresentasse lo figliuolo; e volendo quinde avere
rimedio a la sua tristizia, più tosto ebbe incitamento di dolore, e
però quella statua fu chiamata idolo, cioè spezie di dolore. E per
compiacere al padre, tutta la famiglia gl’incominciò ad offerire fiori
et adornamenti et accendimenti di odori; e fuggendo a quella ima-
- ↑ C. M. mobile, e poi col suo erratico, nel terzo