Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/605

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     [v. 82-90] c o m m e n t o 593

cosa figura, secondo l’allegoria, che nella mente dell’autore si girasse la condizione della detta anima e divenisse nota e chiara al suo intelletto, pensando d’essa; e secondo la lettera dimostra che s’accendesse più la carità nella detta anima, e facesse lo movimento circulare, a denotare che altro movimento non ànno li beati in vita eterna, se non da Dio a Dio. E però dice: Non venni prima a l’ultima parola; cioè io Dante, Che del suo mezzo fece il lume centro; cioè che lo lume, in che era la detta beata anima, fece centro del suo mezzo: imperò che ’l mezzo stette fermo, e li raggi d’intorno girorno; però dice: Girando sè come veloce mola; cioè come veloce macina. E qui finisce la prima lezione del canto xxi, et incominciasi la seconda.

Poi rispuose l’amor ec. Questa è la seconda lezione del canto xxi, nella quale finge l’autore come la detta beata anima, udito lo suo dubbio, rispuose ad esso; e come poi si li manifestò. E dividesi questa lezione in cinque parti: imperò che prima finge come la detta anima incominciò a solvere lo detto dubbio, dimostrando unde li viene lo sapere solvere lo detto dubbio; nella seconda dimostra la difficultà della detta dubitazione 1, che sarebbe sofficente a solverla, et incominciasi quine: Ma quell’alma nel Ciel ec.; nella terzia finge come la detta anima disse della sua condizione quando fu nel mondo, et incominciasi quine: Tra i du’ liti ec.; nella quarta finge come la detta anima seguitò la narrazione del processo della vita sua, et incominciasi quine: In quel luogo fu’ io ec.; nella quinta parte finge come, finita la diciaria sua, tutte l’altre beate anime che quine erano dimostrorno congratulazione, et incominciasi quine: A questa voce ec. Divisa adunqua la lezione, è da vedere ora lo testo co l’esposizioni allegoriche e morali.

C. XXI — v. 82-90. In questi tre ternari lo nostro autore finge come la detta anima, seguendo suo parlare mossa da la questione dell’autore, dichiara come essa beata anima si mosse del suo luogo per venire Dante, perchè ella vidde che Iddio voleva, dicendo così: Poi; cioè che la beata anima ebbe detto le parole sopra dette, et io li ebbi mossa la questione, rispuose; cioè così alla questione mia mossa di sopra, l’amor; cioè l’anima beata, che era piena d’amore e di carità, che; cioè la quale, v’era dentro; cioè in quella luce, che detta è di sopra. Luce divina; cioè raggio di luce, che viene da Dio, sopra me; cioè beata anima, s’appunta 2; cioè si discen-

  1. C. M. dubitazione, clic è che passa l’altezza del nostro intelletto, sicchè nessuna creatura vasterebbe a solverla,
  2. Secondo la dottrina giobertiana qui è la sintesi della idea (lume increato) e della metessi (lume creato) nei beati. Nei cinque ternari seguenti esprime la mutazione del sovrintelligibile in intelligibile. E.