Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/852

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cipio, nè debbe avere fine, è stabilito; cioè è fermato et ordinato, cioè per legge di iustizia, Quantunche vedi; cioè ogni cosa, che tu vedi, sì che iustamente; cioè per sì fatto modo, che con iustizia, Ci si risponde, cioè è convenienzia, secondo iustizia, tra lo luogo e lo locato, come è tra l’anello e ’l dito; cioè che se l’anello non fusse capace del dito non lo terrebbe, e così se lo luogo non fusse capace dell’anima non vi starebbe; e però, dice: da l’anello al dito; cioè da lo luogo al locato. E però; ecco che conchiude, questa festinata 1 gente; cioè questi, che sono morti parvuli inanti che abbiano avuto elezione; e però dice gente festinata; cioè affrettata, A vera vita; ecco a che ella è affrettata, cioè a vera vita, e questo, non è sine causa; cioè senza iusta cagione, più e meno eccellente; cioè che l’uno avanza l’altro, e l’altro è avanzato dall’uno, Intra sè; cioè per rispetto di sè medesimo, cioè tra loro, cioè che l’uno à più beatitudine che l’altro, qui; cioè in questo luogo, cioè in paradiso.

C. XXXII — v. 61-75 In questi cinque ternari lo nostro autore finge che santo Bernardo, seguitando oltra la sua diciaria, manifesta che Iddio per sua grazia predestina ogniuno: e come ciascuno è predestinato; così concorre colli suo meriti, e così poi per la providenzia d’Iddio è premiato, dicendo così; Lo Rege; cioè Iddio, eterno re d’ogni cosa, per cui; cioè per lo quale, questo regno; cioè di paradiso, pausa; cioè si riposa, In tanto amore; cioè in sì grande amore che ciascuno ama Iddio sopra ogni altra cosa, e lo suo prossimo come sè medesimo, et in tanto diletto: imperò che in quello regno è ogni vero diletto in tanto, Che nulla voluntà è di più ausa; non v’è alcuno, che più desideri: ciascuno v’à tanto diletto, quanto desidera, Le menti tutte; cioè umane, nel suo lieto aspetto; cioè nel suo lieto ragguardamento: lo ragguardare d’Iddio è donare sua grazia, Creando; cioè quando le crea le menti umane: Iddio di niente crea l’anima umana del ventre de la madre, nel corpo organizzato, nel suo lieto ragguardamento: imperò che lietamente lo Creatore ragguarda la sua creatura, dota; cioè empie, di grazia; sua le menti umane, ch’elli crea, a suo piacer; cioè quando li piace: imperò che a ciascuna dona de la sua grazia quanto li piace, Diversamente: imperò che a chi ne dà più, et a chi meno, secondo che a lui piace: e questo è manifesto: imperò che mai non si trovò omo pari alfaltro in sapere et in virtù, sicchè qualche differenzia non vi sia, siccome non si truovano le facce equali. E che uno n’abbia più, et un altro meno de la sua grazia, questo è perchè così li piace: non se ne può rendere ragione dall’umano intelletto, che non aggiunge tanto alto; e però dice: e qui basti l’effetto; cioè

  1. Festinata; affrettata, dal latina festino as. E.