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canto

V1I. 149

ne alla propria volontà, di non toccare cioè il frutto vietato, dannò tutta la sua discendenza, tutta I’ umanità. Dio non volle prendere umana carne se non dopo molti secoli, dopo de’ patriarchi e profeti,ai quali, e pci quali fu promessa I’ incarnazione del Verbo e la pienezza del tempo. Dopo il primo fallo, I’ uomo ancor superbiva di scienza, e così dopo la legge di natura, e dopo la legge scritta era tempo di venire onde l’umana spetie inferma giacque in grande errore onde 1’ umanità soggiacque a tutti i mali gia per molti secoli nel mondo mortale per secoli molti finche al verbo di Dio aI figlio di Dio piacque discendere piacque umanarsi. E la natura: il principio causativ soltanto può essere principio recreativo. Il verbo del Padre, eterno ch’ è Gesiì Cristo, mediatore tra Dio e I’ uomo. Al Padre non convenne esser mandato, non allo Spirito Santo per non essere due figli nella Trinità uno in umanità , 1’ altro in divinità. Il figlio prese carne umana, perché esso figlio in divinità fosse fi. glio in umanità. Il Padre creò il mondo, e gli conveniva redimerlo, e perché 1’ uomo aveva corrotta I’ una e l’altra natura, anima e corpo, Cristo assunse l’una e l’altra per espiare la di lui colpa. Eppure Dio verbo, secondo sant’ Agostino, non assunse la persona, ma bensì la natura d’ uomo: e tre sostatize — carne — anima — e verbo —, ma non due persone: unì la carne e l’anima et uni a se in persona la natura che sera ailongata dal suo Faclore unì a sè stesso la natura umana, che si era allontanata, o dilungata dal Creatore con I acto sol del suo eterno amore col solo atto dello Spirito Santo, a cui s’ attribuisce 1’ amore. Qunntunque la umana natura nella persona di Cristo fosse pura comecchò vestito della carne d’ Adamo prima del peccato per mezzo d’ una Vergine, nondimeno ebbe