Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/201

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canto

IX. 191

te e manto di sei ali perche non soddisface a miei desii perchè non mi dice il tuo nome prima che Lei chiegga? Gia non attenderei io tua domanda io non aspetterei la tua domanda s io m intuassi come tu I immii se io entrassi in te, come tu entri in me. Da tu e da me ‘forma due verbi, come ne aveva formato da lui coli’ inluia; rn intuassi facessi me te; t’immii facessi te me. Secondo gli storici tutta I’ acqua dei Mediterraneo ricca cli quelle che scorrono per le nostre terre entra nell’ Africa per lo stretto cli Sicilia. le parole sue incominciaro ailor allora quello spirito incominciò così la tnaggior valle in che I aqua se spande il mare Mediterraneo, o mare del leone fuor di quel mare che in ghirlanda la terra fuori dcii’ Oceano che circonda la terra tanto si va tanto si e- stende tra discordanti liti fra lidi opposti, per fede, o per caldo e per freddo et contro al sole contro oriente che fu meridiano la dove pria sole far I origionte quel cerchio che da principio si è orizzonte divenLa poi suo meridiano; ovvero prima vede orizzonte in Gerusalemme cli’ è nel mezzo della terra, poi meridiano. Io fui lietorano di quella valle io fui abitatore della spiag- gia dei Mediterraneo tra Ebro e Macra Ebro è fiume presso la città di Marsiglia: Macra piccoio e rabbioso fiume che scorre presso la città Luna per la valle Lunisana nei confini della Toscana che dividesi dal Genovesato che parte il Genovese dal Toscano passa in comune clitterio che i confini di Toscana sono—il Mare, il Macra, il Tevere e l’Alpi.,4et la terra ond io fui e Marsiglia di cui fui cittadino si vede quasi ad uno occaso et a uno orto quasi allo stesso oriente ed occidente tanto è Marsiglia distante dal Levante e Ponente, quanto Bugia città d’ Algeri nel lido opposto, ossia ambedue hanno io stesso Meridiano che qual mia terra fece gia caldo il