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paradiso

Nell’altra piccioletta luce ride Quell’ avvocato dei tempi CristianL Del cui latino Agostin si provvide. 120 Or, se tu l’occhio della mente trani Di luce in luce dietro alle mie lode, Già dell’ottava con sete rimani: 123 Per vedere ogni ben dentro vi gode L’anima santa, che il mondo fallace Fa manifesto a chi di lei ben ode: 126 140 corpo, onde ella fu cacciata, giace Gitì in Cieldauro, ed essa da martiro, E da esilio venne a questa pace. 129 Vedi oltre flammeggiar l’ardente spiro D’lsidoro, di Beda, e di Riccardo, Che a considerar fu più che viro. 132 Questi, onde a me ritorna il tuo riguardo, É il lume d’uno spirto che in pensieri Gravi a morire gli parve esser Lardo. 13 Essa è la luce eterna di Sigieri, Che, leggendo nel vico degli strami, Sillogizzò invidiosi veri. 138 Indi, come orologio che ne chiami Nell’ora che la sposa di Dio surge A mattinar lo sposo perchè l’ami, 141 Che l’una parte e l’altra t.ira ed urge, Tin tin sonando con sì dolce nota, Che il ben disposto spirto d’amor turge, 144 Così vid’io la gloriosa rota Moversi, e render voce a voce in tempra, E in dolcezza ch’ esser non può nota, Se non colà dove il gioir s’insempra. 148