Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/213

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canto

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del cielo sarebbe superflua e quasi ogni potentia qua giu morta mancando la produzione, giacché la materia sarebbe nella potenza, ma non si ridurrebbead atto, imperocchè l’allontanarsi, od avvicinarsi de’ pianeti forma la distinzione delle stagioni che regolano la produzione e assai del ordine mondano sarebbe manco su e giu se il partir fosse piu o men lontano dal dritto e se lo scostarsi dello zodiaco nel suo giro del camniio dritto ossia dell’equatore fosse più o meno di quel ch’ è, verrebbe a mancar d’assai l’ordine mondano e su nei cieli e giù nella terra. Or ti riman kctor sopra i tuo banco o lettore, fermati nel tuo studio pensando detro a cio che si preliba meditando intorno alla materia prescelta s esser vuoi lieto assai pria che stanco se vuoi avere più letizia nel meditarla, di quello che stanchezza. messo i ho manzi ornai per te ti ciba io t’ ho allestita la mensa, e spetta a te il cibarti che quella materia ondio son facto scriba a se torze tutta la mia cura che 1’ a rgomento su cui scrivo, attira tutta la mia attenzione. lo ministro maggior de là natura il sole, sovrano sedente nel mezzo del suo regno ha per consigliere il ‘vecchio Saturno, e Narte condottiero di guerra. Giove gli amministra giustizia; Venere provvede al diletto; Mercurio porta i messaggi; la Luna fa le veci del banditore ché bnprenta il mondo sparge I’ influsso sul mondo dei valor del ciel della virtù del cielo e ne misura coi suo lume e distingue le stagioni con quella parte che su si ramenta on quella parte di cielo, della quale si è detto di sopra, cioè coll’ariete. Vogliono alcuni che invece dell’ ariete il Poeta abbia voluto riferire al cancro, locchè non può essere, mentre il sole in tutto questo libro fu sempre in ariete, e primamente salì al cielo in ariete, e non avrebbe potuto trovarsi in cancro senza la permanenza di un mese in