Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/237

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canto

XI. 227

altri padri perche discerner puoi dal che conoscer puoi che quel segue lui coni I comanda che qualunque segue san Fra ncesco secondo la regola carca bone merce carica merci buone, e cosi ben s impingua e così bene ingrassa. ma il suo pecuho il gregge di san Domenico di nuova vivanda e fauoghiotto è divenuto sì ghiotto di beni terreni eh esser non puo che per diversi salti non si spanda che non può non accadere che per diversi boschi o deserti vada deviato dal santo costume. Il testo però può intendersi alla lettera, e cioè che ai tempi di Dante il gregge di san Domenico non avesse come in principio tutia la cura d’impinguarsi nell’anima, ma ben anche nel corpo per la smania di nuovi cibi. Allegoricamente poi che cercano nuovo cibo nelle dignità, onori, prebende ccc. Il salto è luogo erboso e montuoso. e quanto lesue pecore rimote e vagabonde piu da esso vanno quanto più si allontanano, e van vagando lontane dal pastore ossia da san Domenico piu tornan vote di latte piè tornano senza dottrina, colla quale cibare, a guisa del laUe, gl’ignoranti a I ovile al monastero. ben son di quellhe temono I danno estringonsi al pastor vi sono pecore, ovvero frati che temono le insidie e stanno stretti alla regola per non perire ma son si poche che le cappe fornisse pocho panno ma sono scarse di numero che con poche braccia di panno si vestono. Or se le mie parole non son fioche deboli, oscure se la tua audatia e stata attenta se mi ascoltasti con attenzione e se cio che e dieto a la mente rivochi se richiami alla mente quanto dissi di san Francesco e de’ frati di san Domenico per- che vedrai la pianta ove si schegia vedrai di quale materia si fanno parole e vedrai il corregier eh argomenta e conoscerai qual argomento racchiudono le parole u ben simpingua se non .qi vaneggia ecc.