Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/239

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canto

Xli.

insieme a punto e a voler quetàrsi, Pur come gli occhi che al piacer che move Conviene insieme chiudersi e levarsi, 27 Del cor de 1’ una delle luci nuove Si mosse voce, che 1’ ago alla stella Parer mi fece in volgermi al suo dove; 30 E cominciò: l’amor che mi fa bella Mi tragge a ragionar dell’altro duca, Per cui del mio sì ben ci si favella. 33 Degno è che dov’è l’un l’altro s’induca Sì che, com’ clii ad una militaro, Così la gloria loro insieme luca. 36 L’esercito di Cristo, che sì caro Costò a riarmar, dietro alla insegna Si movea tardo, sospecioso, e raro; 39 Quando lo Imperator che sempre regna Provvide alla milizia ch’era in forse, Per sola grazia, non per esser degna; 42 E, corn’ è detto, a sua sposa soccorse Con duo campioni, aI cui fare, al cui dire Lo popol dìsviato si raccorse. iii quella parte, ove surge ad aprire Zeffiro dolce le novelle fronde, Di che si vede Europa rivestire, 48 Non molto lungi al percuoter dell’onde, Dietro alle quali, per la lunga foga Lo Sol talvolta ad ogni uom si nasconde, il Siede la fortunata Callaroga Sotto la protezion del grande scudo, In che soggiace il Leone e soggioga. Dentro vi nacque 1’ amoroso drudo