Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/279

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canto

XIV. ¶269

olocausto olocausto o sagrificio una volta operavasi quan (lo sull’ ara. bruciavasi I’ animale od altra cosa offerta —- da holen, ossia dal — tutto — con tutto il core e con quella favella che e una in tutti resi grazie a Dio con tutto .1 cuore e coli’ orazione mentale che è la stessa in tutti i preganti quantunque d’ idioma diversi qual conveniasi a la gratia novella alla salita nel cielo di Marte. e non era anche exhawsto del mio pecto I ar dore del sacrificio e nòn aveva ancora terminato il mio fervido ringraziamento eh io conobbi esso litare accepto e fausto che io conobbi che il mio sagrifizio era stato accetto a Dio, e che mi sarebbe propizio. Bramava Dante sapere quali beati spiriti si trovassero in quel cielo di Marte, e scorse impressa in esso cielo la croce e Gesù Cristo che spiendori m apparver dentro a due raggi perché mi apparvero due folgoranti raggi con tanto lucor con tanto splendore e tanto robbi e tanto rossi, che formavano il segno della croce eh io dissi che io esciamai dentro me stesso o Helios che si li adobbi o eccelso Iddio, o luminoso Iddio, che così li adorni, li abbelli. Helyon in ebraico suona eccelso; in greco Sole. Ingegnosa invenzione del Poeta! Marte dio della guerra ha in sè i campioni della fede del vecchio e nuovo Testamento. Questi campioni insieme uniti formano il segno della croce, per indicare che morirono per Gesù Cristo salvatore del genere umano. Quei rai folgoranti si constellati aggregati, uniti di quelle stelle de’ beati campioni facian nel profondo Marte il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo faceano dentro il corpo di esso Marte quel venerabil segnò della croce, che in un tondo o circolo fanno due diametri che s’ intersecano ad angolo retto e congiungono per conseguenza i