Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/283

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canto

XV.

TK$TO MO1)IkNO Benigna volontà, in che si liqua Sempre l’arnor che drittamente spira, Come cupidità fa nella iniqua, 3 Silenzio pose a quella dolce lira, E fece quietar Le sante corde, Che la destra del Cielo allenta e tira. Come saranno a’giusti prieghi sorde Quelle sustanze che, per darmi voglia Ch’ io le pregassi, a tacer fur concorde? 9 Ben è che senza termine si doglia Chi, per amor di cosa che non duri Eternalmente, quell’ amor si spoglia. 12 Quale per li seren tranquilli e puri Discorre a ora a or subito foco, Movendo gli occhi che stavan sicuri, E pare stella che tramuti loco, Se non che dalla parte onde s’accende Nulla si perde, ed esso dura poco; 18 Tale dal corno, che in destro si stende, Al piè di quella Croce corse un astro Della costeilazion che lì risplende: 21 Nè si partì la gemma dal suo nastro; Ma per la lista radiai trascorse, Che parve fuoco (lietro ad alabastro. 21fr BAMBALDI — Voi. . 18