Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/317

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canto

XVI. 307

Fiorenza, o 1’ adornavano gli antenati de’ Visdomini , che erano patroni del vescovado e diventavano economi delle rendite di esso ogni qual volta vacava quella sede, radunandosi nel ve- / scovato. Da tal famiglia vennero altre due, della Tosa ed Aliotti. i oltre cui ala schiatlaiDante allude alla famiglia degli Adimari, o con altro nome de’aviciul1i, uno de’ quali si nomò Boccaccino, offeso da Dante, mentr’ era al governo; il perché costui fu poi sempre a lui avverso impedendo che fosse rimesso - dell’esilio(he sindraca razza presuntuosa, che diventa fiera A qual drago dietro a chi fugge perseguitando il timido che fugge et a chi mostra £ dente over la borsa come agnel si placa e diviene agnello verso chi sì oppone, o le mostra la borsa: e diffatto per amor di denaro aveva sofferti sfregi e bastonate gui venia su cominciava ad avere potere ma di picciola gente ma con gente di basso stato. Ubertino de’ Donati a mala voglia soffrì che la sorella di sua moglie fosse data ad un Adimari si che non piacque ad Ubertin Donato che il suocero poi il fesse br parentjer Bilincione fu suocero di Ubertino. Gia era il Caponsaeco nel mercato: la famiglia de’ Caponsacchi abitava già in mercato vecchio disceso giu da Fiesole discesa da Fiesole e gia era bon cittadino Giuda el Infangaio famiglie in esilio perché ghibelline. Io diro cosa incredibile e vera aggiungerò una cosa che non sembra credibile, che cioè una porta della città prendesse il nome da un pvato. Nel piccol cerchio s mirava per por- : la che si nomava da quei de la Pera equi malamente alcuni sostengono che Dante parli della famiglia PeruzzVLa porta col nome de la Pera, non era delle principali della città, ma portella, o di privilegio. Quattro infatti allora erano le principali porte della città porta san Piero — porta presso il Duomo — porta san Paolo — porta santa Maria,4 ciascun che