Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/323

Da Wikisource.

canto

XVIJ. 313

Più caramente; e questo è quello strato Che 1’ arco dell’esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale Lo pane altrui, e come è duro calle Lo scendere e il salir per l’altrui scale. 60 E quel che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle; 63 Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te; ma poco appresso Ella, non tu, n’ avrà rossa la tempia. 66 Di sua bestialità il suo processo Farà la prova, sì che a te fia bello Averti fatta parte per te stesso. 69 Lo primo tuo rifugio e il primo ostello Sarà la cortesia del gran Lombardo, Che in su la Scala porta il santo uccello; 72 Che avrà in te sì benigno riguardo, Che del fare e del chieder, tra voi due, Fia primo quel che tra gli altri è più tardo. 7$ Con lui vedrai colui che impresso fue, Nascendo, sì da questa stella forte, Che notabili fien l’opere sue. 78 Non se ne sono ancor le genti accorte Per la novella età, che pur nove anni Son queste ruote intorno di lui torte. 81 Ma pria che il Guasco l’alto Arrigo inganni, Parran faville della sua virtute In non curar d’argento, nè d’affanni. Le sue magnificenze conosciute Saranno ancora sì, che i suoi nemici