Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/464

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paradiso

Mentre io dubiava per lo viso spento mentr’ era in pena per non vedere il viso di Beatrice, stante la vista oppressa dallo splendore di san Giovanni de la fulgida fiamma che lo spense usci uno spiro che mi fee attento dalla fulgida fiamma dell’evangelista Giovanni uscì una voce che attirò la mia attenzione dicendo — intanto che tu ti risenti de la vista che ai in me consunta ben ee che ragionando la compensi dicendo, frattanto che tu rinfrancbi la tua vista, oppressa dal mio splendore, non sarà male ti compensi ragionando con te della carità, comincia dunque e di ove si appunta I anima tua comincia dunque dal palesare francarnente il tuo desiderio e fa ragion che sia la vista in te smarrita e non difunia e ritieni che la tua vista è ufl pc alterata ma non spenta perche la donna che per questa dia region ti conduce a ne lo sguardo la virtù eh ebbe la man di Anania perché Bearice che ti conduce per questa regione celeste e divina ha negli occhi il potere, ch’ ebbe Anania, di rendere a te la vista smarrita e lo farà, come Anania la rese a san Paolo. Io dissi: rimedio vegna e tosto e tardo agI occhi risposi, siano pure presto o tardi , come si vuole, rinfrancati gli occhi miei che fuor porte quando ella entro col foco ond io sempre ardo che furono come le porte, per cui entrò in me il fuoCO dell’ amor suo. lo ben al suo piaeere che fa contenta questa corte et alpha et Omega di quanta scriptura mi lege amore o lievemente o forte Iddio che fa beate le anime in cielo è principio e fine di quanto sceme amore in me, ossia di quanti impulsi leggeri o forti esso mi dà. Alfa cd Omega sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. quella medesma voce che m avea tolta paura del subito abarbaglio quella voce dì san Giovanni evangelista che mi avea dissipata la paura dello smarrimento tostano della mia vista di ragionar ancor mi