Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/466

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456 PARADiSO diluite le substantie sempiterne Aristotile nel libro — Etici — metafisici — cause — sceme tal vero al intellecto mio spiega tal verità al mio intelletto. Si legge poi nell’ Esodo cap. XXXIII che Iddio parlava con Mosè faccia a faccia, e che Mosè un giorno gli disse—o Signore, mostrami la faccia tua — sceme la voce del verace autore lo dimostra la voce di Dio, autore della verità che parlando di se dice a Moise io ti faro vedere omni valore che parlando di S COL) Mosè gli disse io ti mostrero la mia faccia. Scemnilmi ancora tu me lo spieghi anche tu, o Evangelista comentando tatto preconio col tuo vangelo che incomincia — In principio erat verbum etc. —- che grida i’ arcano di qui la giu sovra ogni altro bando che grida 1’ arcano ineffabile della generazione del Verbo divino al mondo, più sublimemente di ogni altro banditore. Vogliono, alcuni che l’Apocalisse scritta da s. Giovanni nell’ isola di Patmos veramente contenga i secreti o gli arcani di Dio, a cui Dante abbia voluto alludere piuttosto che all’ evangelo, ma io sono per la prima interpretazione, che mi sembra più della mente del Poeta. et io udi san Giovanni, per intellecto humano et per autoritade a lui concordi guarda a Dio il sovrano di tuoi amori condotto da ragione naturale, e dalla concorde divina autorità, riserba a Dio il principale de’ tuoi amori. madi ancora se tu senti altre corde tirarti verso lui ma palesa pure se hai altre ragioni od autorità che ti volgano a Dio si che tu sone con quanti denti questo amor te morde si che tutti sian noti gli argomenti dell’ amor tuo verso Dio. Non fu latente la saneta intentione di I aguglia di Cristo Non fu nascosta l’intenzione di san Giovanni, cui si dà per insegna l’aquila, simbolo della sublimità con che principia il suo vangelo anzi m’ accorsi dove volea menare mia profesDigitized by Google