Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/511

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canto

XXIX. 501

Or sai tu dove questi amori e quando prima che fosse il tempo e come per un puro atto del volere di Dio in un istante furon creati e così si che spenti nel tuo desio gia sono tn ardoni•sono sciolti i tuoi tre gravissimi dubbi che ti agitavano. ne giugneresti numerando al venti si tosto come de li angeli parte turbo il subiecto de vostri elementi non potresti contare fino al numero venti tanto presto, quanto presto una parte di quegli angeli turbò il vosro globo composto di quattro elementi, I altra rimase e comincio quest arte che tu discerni con tanto diletto che mai da circuire non si diparte l’altra parte degli angeli buoni rimase ferma al servizio di Dio e cominciò il canto e l’allegrezza che tu vedi, con tanto dileto che mai non lasciano di moversi velocemente in giro intorno a quel punto. Principio di cadere fu il maledetto superbire di colui che tu vedesti costretto di tutti pesi del mondo la detestabile superbia di Lucifero fu la prima cagione di sua caduta nel centro della terra oppresso da tutti i gravi che tendono al centro: quelli che vedi qui furon modesti furono umil,ed 01)- bedienti a riconoscer si de la bontade a riconosceie il loro essere della divina Bontà che gli avea fatti a tanto intendere presti clic gli aveva ammoniti a non lasciarsi sedurre, il perché ebbero grazia che li confermò nella grazia ; pere/te le viste loro furon exaltate con grotia illuminante e con br merlo si che anno piena e ferma voluntate perché furono aiutati dalla grazia illuminante e prevenierite destinata ai meriti loro, il perché hanno ferma, e piena volontà confermata nella beatitudine loro. L’angelo ebbe la grazia prima di essere beato, per la ti1ial grazia meritò la beatitudine; quindi Dante vuoI signili— care clic il ricevere la grazia da Dio fu iiieiilorio della beal i—