Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/581

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canto

XV.

Un beato astro della croce sanLa Si move, dentro al cui vivo fulgore Di Cacciaguida l’anima s’ammanLa. E ardeudo in dolce favilla d’amore, Ch’ei fu tritavo suo a Dante dice, E che pugnando pien di santo ardore Per la Fede ivi salse, e fu felice. �73


canto

XVI.

Quando pria giunse nell’ umana vita Racconta Cacciaguida, e di che genti Fu la famiglia sua prima fornita. E le più chiare schiatte de’ valenti Loda, e rammenta l’antica virtute, Onde a Firenze i cittadin possenti Serbavano il riposo e la saluLe. ‘


canto

XVII.

Lo buon congiunto a Dante dà contezza Dello suo esilio, e quanto gli dichiara Dcc sofl’erirne strazio ed acnarezia; Indi lo sprona, che quant’ ivi impara, E quanto vide negli altri due regni Senza temer, con penna ardita e chiara Liberamente in carte verghi e segni. 311


canto

XV III.

Sale il PoeLa al sesto ciclo; scorge Schiera, che luminosa roteando Varie figure di parole porge: In cui legge, che qui vissero amando Santa Giustizia, ed or beati sono Nel cielo, e questo van significando Nel tìg’irato br tacito suono. 317

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