Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/66

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PAI1ADISO Ciò eh’ ella crea, e che natura face. 87 Chiaro mi fu allor, come ogni dove In cielo è Paradiso, e sì la grazia Del Sommo Ben d’un modo non vi piove. 90 Ma sì com’egli avvien, se un cibo sazia, E d’ un altro rimane ancor la gola, Che quel si chiere, e di quel sì ringrazia; 93 Così fec’ io con atto e con parola, Per apprender da lei qual fu la tela Onde non trasse insino al cò la spola. 96 Perfetta vita ed alto merLo inciela Donna più su, mi disse, alla cui norma Nel vostro mondo giù si veste e vela; 99 Perchè in fino al morir si vegghi e dorma Con quello sposo eh’ ogni voto accetta, Che cantate a suo piacer conforma. l02 Dal mondo, per seguirla, giovinetta Fuggiimi, e nel suo abito mi chiusi, E promisi la via della sua setta. l0ì Uomini poi a mal più che a bene usi, Fuor mi rapiron della dolce chiostra: Dio lo si sa qual poi mia vita fusi. 108 E quest’altro splendor, che ti si mostra Dalla mia destra parte, e che s’accende Di tutto il lume della spera nostra, 111 Ciò ch’io dico di me di sè intende: Sorella fu, e così le fu tolta Di capo 1’ ombra delle sacre bende. 114 Ma poi che pur al mondo fu rivolta, Contra suo grado e contra buona usanza, Non fu dal vel del cuor giammai disciolta. 117