Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/71

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canto

III. 61

nata sposa a Rosolino de’ nobili conti della Rosa. Essa perseverando nel santo proposito, fervidamente pregava iddio che la colpisse, se non di morte, almeno di tal morbo, che le facesse conservare in.violata la sua verginità. E tosto fu presa 4 da tale malore in tutto il corpo, che, a poco a poco togliendole la vita la mise fra le braccia dello sposo divino. Piccarda può paragonarsi ad un’ altra bellissima fanciulla fiorentina nomala Spurinna, che essendo vagheggiata da molti per la squisita bellezza di lineamenti, colle unghie sì lacerò, e deformò la faccia. elio drlzzam a I ombra che parea piu vaga di rasonar mi volsi all’ ombra, che parea più vogliosa di discorrere, perchè conoscente e concittadina e cominciai quasi com hom che troppo volgia smaga e cominciai come colui che per troppo voler dire, si confonde. O ben creato spirto, che ai rai de vita eterna senti la doleezza o Piccarda, che ai raggi della divina grazia senti la eterna dolcezza che non gustata non se ntende mai, non potendo decidere della dolcezza del mele chi mai non ne gustò; di qui è che le voluttà de’sensi più ci attirano del diletto della virtù. San Paolo che aveva gusLo delle voluttà sensuali diceva quindi a ragione — bramo disfarmi per essere con Gestì Cristo: gratioso mi fia se mi contenti del nome tuo avrò per grazia, per favore, se mi dirai tuo nome e della vostra sorte e del vostro destino in questo luogo. und ella prompia ct cum ochi ridenti subito quella Piccarda con viso sorridente rispose la nostra carità non serra porte a giusta voglia non chiude le orecchie a giusta dimanda se non come quella carità divina che vole tutta sua corte simil a se che vuole tutta la corte celeste ugualmente ardente di carità, io fui nel mondo nel vostro mondo de’ viventi virgine: la verginità fu sempre tenuta in pregio anche prima della religione cristiana, come