Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/73

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canto

Iii. 6S

Ond io a lei io dissi a Piccarda non so che divino che ve trasmuta dai primi concepti qualche cosa di divino vi cambia dalla prima vostra concezione, e risponde nei mirabili aspecti vostri, e si mostra ne’maravigliosi vòstri sembianti, pero non fui festino a rime,nbrar perciò non fui presto a raffigurarti; ma cio che tu mi dici dite cioè che facesti voto e fosti bella e pudica or m aiuta a riconoscerLi, si che m e piu latino mi e più facile raffigurar riconoscerLi. Ma dimmi voi che siete qui felici voi che siete qui felici, voi che siete beate in questa ultima parte della luna desiderate voi piualtoloeo?al pari di santa Chiara chestain luogo più cminente per piu vedere per più da presso mirare la Divinità in cui consiste ogni felicità eperpiu farvi amici per farvi più famigliari a Dio?Piccarda sorrise pria un poco con quelle altre ombre vergini poste nello stesso luogo; da indi mi rispose tanto lieta poscia mi disse allegra e senz’ombra d’invidia, anzi eh arder parea d amor el primo foco che, parea ardesse di carità in quella luna, I corpi celesti si chiamano ignei anche secondo Virgilio; Orazio espressamente afferma tutti gli Dei esser di fuoco: così Tullio, e sanL’ Agostino spiega il primo fuoco per Dio, ed ecco perchè il Poeta figura Iddio in un cerchio cli fuoco: presso i gentili ogni pianeta era una divinità. frate disse Piccarda, fratello virtu di carità la carità che fa valerne sol quel eh avemo che fa godere di quel che abbiamo et il altro non ci asseta e non abbiamo desiderio di grado maggiore quieta la nostrv volunta ci rende paghi. Come in terra in un vaso piccolo non può con tenersi acqua al pari che in un grande, così in cielo secondo la capacità si ha altrettanto di beatitudine, se disiassono esser piu superne di avere più alto grado li nostri desiri foran discordi dal voler di colui che qui ne cerne i nostri desideri sarebbero discordi dal volere