Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/81

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canto

IV. 71

Queste son le question che nel tuo velle Pontano egualemente; e però pria Tratterò quella che più ha di felle. 27 Dei sarafin colui che più s’india, Moisè, Samuello, e quel Giovanni, Qual prender vuogli, io dico, non Maria, Non hanno in altro Cielo i loro scanni, Che quegli spirti, che mo t’appariro, Nè hanno all’esser br più o meno anni; 33 Ma tutti fanno bello il primo giro, E differentemente han dolce vita Per sentir più e men l’eterno spiro. 36 Qui si mostraron, non perchè sortita Sia questa spera br, ma per far segno Della celestial che ha men salita. 39 Così parlar conviensi al vostro ingegno, Però che solo da sensato apprende Ciò che fa poscia il’ intelletto degno. Per questo la Scrittura condiscende A vostra facultate, e piedi e mano Attribuisce a Dio, e altro intende; 45 E santa Chiesa con aspetto umano Gabriele e Michel vi rappresenta, E L’altro che Tobia rifece sano. Quel che Timeo dell’ anima argomenta Non è simile a ciò che qui si vede, Però che, come dice, par che senta. Dice che l’alma alla sua stella riede, Credendo quella quindi esser decisa, Quando natura per forma la diede. E forse sua sentenza è d’ altra guisa