Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/117

Da Wikisource.
   [v. 31-45] c o m m e n t o 107

per l’aire come vento. Et intorno a ciò debbiamo saper che scrive lo Filosofo ne la sua Metaura 1 che li vapori li quali esceno de la terra, per l’attraere che fa lo di’ lo sole coi suoi raggi, ascendeno secondo la qualità di quelli: imperò che alcuni sono 2 che sono sì mirabili, che non possano passare la seconda regione dell’aire; e lì, o si converteno in nebbia e risolvensi per lo sole 3, o cadeno giuso alcuna rugiada in nieve, grandine, secondo lo temporale, e così congelati; et alcuni si risolveno in acqua e pioveno giuso; altri sono che ànno più sottile materia li quali ascendeno in fine a la tersa regione dell’aire, e quive si risolveno in vento, e poi circularmente discendeno in fine a la terra: et altri sono di più sottile materia: ma tiene alquanto di viscosità, la quale non si può convertire in vento; ma ascendeno 4 che per la vicinità de la spera del fuoco e del movimento s’accendono, e se sono di poca quantità tosto si risolveno e per lo movimento appaiano come stelle che correno, purchè lo cielo sia chiaro; e se sono in maggior quantità, penansi più a risolvere, et è molte volte che durano parecchi mesi, e quelli sono chiamati comete; e perchè lo vapore acceso fa fummo, e ’l fummo s’accende pare pure una treccia. Or fa l’autore comparazione di quelli vapori accesi che sono in piccula quantità, che ànno velocissimo moto; et anco fa similitudine di quelle nuvule, che per caldessa dell’aire s’accendeno da la terra, levate per lo caldo, e questo avviene molto nel mese d’agosto quando lo sole è in Leone, o a presso ad una costellazione che si chiama Canis che incomincia di maggio, quando ascende col sole, come dice Albumasar nel suo Introduttorio; e però dice: Vapori accesi non vidd’io; cioè Dante, sì tosto Di prima notte: cioè da sera, mai fender sereno; cioè l’aire chiaro, che altramente non si potrebbe vedere, Nè, sol calando; cioè quando descende, nuvule; cioè accese non vidd’io fendere l’aire sì tosto, come quelli spiriti, d’agosto; cioè del mese d’agosto, quando cioè 5 avviene: noi veggiamo d’agosto, quando lo di’ è stato grande caldo, la sera accendersi li vapori de le nuvule e spegnersi subito come uno lampo, Che color; cioè quelle anime, non tornasser suso; al luogo loro, alli altri spiriti, in meno; cioè in meno tempo, E giunti là; a quelle anime, colli altri; cioè spiriti che li aveano aspettati, a noi dien volta: imperò che tutti disceseno in

  1. Il libro del Filosofo, onde parla qui il nostro Chiosatore, appellasi della Meteora. E.
  2. C. M. alcuni sono naturali e non possano
  3. C. M. per lo sole, o ricadeno giuso o alcuni in rugiada o in nieve o in grandine, secondo lo temporale, o si congelano e cadeno giuso; et alcuni si risolveno
  4. C. M. ascendeno tanto che per la vicinità
  5. Cioè; ciò, aggiuntovi l’e per eufonia, come in fue, quie, sue per fu, qui, su ec. E.