Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/165

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   [v. 40-51] c o m m e n t o 155

si mette intorno all’estremità de le vesti, sto io; cioè Virgilio, secondo la finzione dell’autore, e li scentifici e valenti omini che sono stati al mondo virtuosi, coi parvuli innocenti: questo è vero, secondo che tiene la Chiesa che quive stiano li parvuli non batteggiati, Dai denti morsi de la morte, avante Che fusser dall’umana colpa; cioè dall’originale peccato, esenti; cioè liberati per lo battesimo. Quivi; cioè in quel luogo, sto io; cioè Virgilio, con quei che le tre sante Virtù; cioè fede, speranza e carità che sono virtù teologiche, de le quali tratterà l’autore, ponendo la loro diffenizione ne la tersa cantica, e però le lasso, non si vestir; cioè che noll’ ebbeno, perchè infedeli, e senza vizio; cioè che non ebbe vizio, nè peccato oltra la infedelità, Cognover l’altre; cioè virtù cardinali; cioè iustizia, prudenzia, fortessa e temperanzia e le loro specie, e seguir; cioè seguitonno, tutte quante; non lassandone niuna. E per questo volse intendere, l’autore che questi così fatti, nel mondo non ànno altro mancamento che non cognoscere Iddio. Ma se tu sai, o puoi; ecco che dimanda che insegni la via del purgatorio; et onesta è la sua dimanda co la condizione, dicendo: Se sai o puoi: imperò che stolta cosa è dimandare quel, che si può negare ragionevilmente. Alcuno non si dè dimandare quel che non sa e quel che non può; e veramente chi è stato negligente a la pecnitenzia si può presumere che sia stato o per non sapere o per non potere, perchè s’àe lassato occupare dall’impacci del mondo, sicché non si dè intendere precisamente non potere, alcuno indizio; cioè alcuno mostramento, Dà a noi; cioè a me Virgilio e Dante, perchè venir possiam più tosto Là dove Purgatorio à dritto inizio; cioè diritto principio. Lo diritto principio del Purgatorio a quelli del mondo è lo intramento a la penitenzia, lo quale è ignoto alli omini del mondo per le molte specie de la negligenzia; e per dimostrare questo, finge l’autore che Virgilio ne dimandi Sordello.

C. VII — v. 40-51. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che Sordello risponda a la dimanda di Virgilio; e come Virgilio li muove un dubbio, dicendo così: Rispuose; cioè Sordello a Virgilio: Loco certo non c’è posto; quasi dica: Noi negligenti stati a la penitenzia non abbiamo luogo certo: però che non si sono ordinati ad alcuno grado di quella. Licito m’è; dice Sordello, andar in suso; cioè per lo monte in verso lo purgatorio, e in torno; cioè per lo giro del monte; ma non d’entro infine a tanto che non è passato lo tempo de la negligenzia: e veramente così è; infine che l’omo non si costituisce d’andare ordinatamente per li gradi de la penitenzia, elli va errando quando in su, quando in giù, e quando d’intorno, Per quanto ir posso; cioè per quanto io posso montare, a guida mi t’accosto; cioè io ti vegno al lato per guida e come guida. Ma vedi già