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sopra, in terra fregò il dito; facendo una riga col dito ne la polvere, Dicendo: Vedi; cioè tu, Virgilio: finge l’autore che Sordello parli
pure a Virgilio, che significa la ragione: imperò che queste cose non
può comprendere la sensualità, sola questa riga; cioè quella ch’avea
fatta col dito in terra, Non valcheresti; cioè tu, Virgilio, di po’ il Sol partito; cioè poi che fusse fatto notte; e per questo Sole intende la
grazia di Dio illuminante la quale illumina l’anima più, che il Sole
non illumina lo mondo. E dice vero che, partita la grazia di Dio
da l’anima, l’anima non può fare niuno atto meritorio; e però lo
passare de la riga sì dè intendere in suso all’opre meritorie; e,
come detto è, si dè intendere di quelli che sono del mondo in stato
di penitenzia, che sensa la grazia di Dio non possano sallire ai gradi
meritori et alti de la penitenzia: imperò che l’anime del purgatorio non possano meritare, nè peccare; e solve lo dubbio posto di
sopra, dicendo: Non però che altra cosa desse briga; cioè impaccio a
chi volesse montare, Che la notturna tenebra; cioè la cechità che
induce lo peccato: la grazia non può stare col peccato, e però
quando l’anima è in peccato, è sensa la grazia di Dio; et essendo
sensa la grazia, è cieca e non può montare all’opre meritorie; e però
dice: ad ir suso; e così diventa impotente per sè medesmo per la
cechità del peccato, del quale l’anima può uscire dimandando la
grazia di Dio. E però la impossibilità non è assoluta; ma è condizionata; cioè che se l’omo è in peccato mortale, non può fare opra
meritoria; ma non è che l’omo non possa assolutamente: et anco
può l’omo cessare e rimovere la condizione, come detto è di sopra;
cioè lo peccato, dimandando la .grazia di Dio; e così si solve lo dubbio mosso di sopra, e questo è quello che dice l’autore. Quella;
cioè la cechità del peccato, col non poter; che cagiona lo peccato:
imperò che ’l non potere viene dal peccato, la vollia intriga; cioè
impaccia la volontà e falla negligente, e non curasi di sallire a la
penitenzia. Ben si poria con lei; cioè co la tenebra notturna, tornar in giuso; cioè descendcre dal monte; et allegoricamente si dè intendere che da l’altessa de la penitenzia si può descendere con la cechità del peccato: ma non sallire, E passeggiar la costa; cioè del
monte, intorno errando; cioè andando intorno al monte errando; e
per questo dà ad intendere che, stante la cechità del peccato, l’omo
può anco errare nel grado de la penitenzia, a che elli è pervenuto,
Mentre che l’orizonte il di’ tien chiuso; cioè mentre che il Sole sta
sotto l’orizzonte nell’altro emisperio. Che sia orizonte è stato sposto
di sopra, quanto alla lettera; ma quanto all’allegorie, orizonte significa lo peccato: imperò che come l’orizonte è circulo terminativo
de la nostra vista: imperò che da l’orizonte in giù possiamo vedere; così lo peccato termina la vista dell’anima che non può vedere