Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/222

Da Wikisource.
   212 p u r g a t o r i o   ix. [v. 106-114]

e: Fa che lavi; cioè Dante, Quando se’ dentro; al purgatorio, queste piaghe; cioè queste cicatrici che io t’ò fatto ne la fronte co la punta de la spada, disse: cioè l’angiulo ditto di sopra le dette parole a Dante. Sotto questa finzione l’autor nostro, parlando di sè, insegna al lettore del suo libro come dè montare a lo stato et altessa de la penitenzia, dicendo che Virgilio; cioè la ragione tirò lui, cioè la sensualità sua per li tre gradi de la penitenzia; cioè confessione di bocca, contrizione di cuore e satisfazione d’opera con buona volontà; cioè volontorosamente et ammonendolo che con umilità dimandasse l’assoluzione. Unde dice che con devozione si gittò ai santi piedi del confessore e domandolli misericordia et assoluzione; ma tre volte si picchiò lo petto, e che ’l confessore li scrisse ne la fronte sette P; cioè sette peccati mortali co la punta de la spada, et animonittelo che dentro nel purgatorio lavasse le ditte piaghe, e risanerebbeno tutte. In questo si notano da la parte del peccatore quattro cose; cioè in prima ch’elli vada a la confessione tirato da la ragione; cioè facendo prima ragione in sè medesimo di tutti li beni falliti e mali commessi e di tutte le circustanzie loro; cioè del luogo, del tempo, de la persona, de la cosa, del sesso, de la condizione e de l’età e delle altre cose che occorreno intorno al peccato da essere considerate, sicché ordinatamente ogni cosa dica poi al confessore. La seconda cosa è che lo peccatore vada volentieri a la confessione e con buono animo, con allegressa et iubilo di mente, considerando che essendo sbandito tornerà in grazia del suo signore Iddio; che essendo servo del dimonio sera liberato. La tersa cosa è che con umilità, andato e sallito per li ditti tre gradi, dimandi l’assoluzione: questa umilità dè essere nell’animo, et in segno dè essere nel corpo, inginocchiandosi ai piedi del sacerdote; e dè dimandare a lui, siccome vicario di Cristo, misericordia et assoluzione con devozione grandissima. La quarta cosa è che tre volte si dè percuotere lo petto, nel quale sta lo cuore nel quale è stata la volontà del mal fare, sì che dica sua colpa de l’avere mal pensato, male parlato, e mal operato; sicché si sodisfaccia a Dio in tre modi, come in tre modi s’offende; cioè col cuore, colla bocca, e coll’opera. E dalla parte del sacerdote dè essere due cose; cioè prima, la discrezione e cognoscimento dei peccati mortali e veniali; e così dia a cognoscere al peccatore quale dei peccati confessati sia mortale e quale veniale; e questo è scrivere ne la fronte; cioè fare palese al peccatore quello in che àe offeso Iddio. E dice: Col punton de la spada; cioè co la sottilliessa de la iustizia mista con misericordia, e però dice puntone, lieli faccia noti e palesi al peccatore. E la seconda cosa che dè avere lo sacerdote è ch’elli dè ammonire lo peccatore che dei peccati confessati faccia la debita penitenzia, e quella li dè impone-