Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/255

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c a n t o    xi. 245

22Quest’ ultima preghiera, Signor caro,
     Già non si fa per noi, che non bisogna;
     Ma per color che dietro a noi restaro.
25Così a sè et a noi buona ramogna
     Quelle ombre orando, andavan sotto ’l pondo
     Simile a quel che talvolta si sogna,
28Disparmente angosciate tutte a tondo,
     E lasse su per la prima cornice,
     Purgando la caligine del mondo.
31Se di là sempre ben per noi si dice,
     Di quel che dir e far per noi si puote1
     Da quei, ch’ ànno al voler buona radice,
34Ben si dè lor aiutar levar le nuote,2
     Che portar quinci, sì che mondi e levi
     Possano uscir delle stellate ruote.
37Doh se giustizia o pietà vi disgrevi3
     Tosto, sì che possiate muover l’ala,
     Che secondo ’l disio vostro vi levi,
40Mostrate da qual mano in ver la scala
     Si va più corto; e se ci à più d’un varco,4
     Quel ne insegnate che men erto cala:
43Chè questi che vien meco, per lo incarco
     De la carne d’Adamo ond’ ei si veste,
     A montar su contra sua vollia è parco.
46Le lor parole, che rendero a queste
     Che ditto avea colui che io seguiva,
     Non fur da cui venisser manifeste;
49Ma ditto fu: A man destra per la riva
     Con noi venite, e troverete il passo
     Possibile a sallir persona viva.

  1. v. 32. C. A. Di quà che dire
  2. v. 34. C. A. loro alar lavar le
  3. v. 37. C. A. Deh se giustizia e pietà
  4. v. 41. C. A.e se c’è