Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/580

Da Wikisource.
   570 p u r g a t o r i o

127Sì accostati ad un dei du’ vivagni,1
     Passammo udendo colpe de la gola2
     Seguite già dai miseri guadagni.
130Poi, rallargati per la strada sola,
     Ben mille passi e più ci portammo oltre,3
     Contemplando ciascun senza parola.
133Che andate pensando sì voi sol tre?
     Subitamente disse; ond’io mi scossi,4
     Come fan bestie spaventate e poltre.
136Drizzai la testa per veder chi fossi;5
     E già mai non si viddero ’n fornace
     Vetri e metalli sì lucenti e rossi,
139Com’io viddi un che dicea: Se a voi piace,
     Montate in su: qui si convien dar volta,6
     Quinci si va chi vuole andar per pace.
142L’aspetto suo m’avea la vista tolta;
     Per ch’io mi volsi dietro ai miei dottori,
     Com’om che va segondo ch’elli ascolta.
145E quale annunziatrice delli albori
     L’aura di Maggio muovesi, et olezza
     Tutta impregnata dall’erbe e da’ fiori;
148Tal mi senti’ un vento dar per mezza
     La fronte, e ben senti’ muover la piuma,
     Che fe sentir d’ambrosia l’orezza;
151E senti’ dir: Beati cui alluma
     Tanto di grazia, che l’amor del gusto
     Nel petto lor troppo disir non fuma,7
154Esuriendo sempre quanto è giusto.

  1. v. 127. C. A. all’un de’ due
  2. v. 128. C. A. Passando udimmo
  3. v. 131. C. A. ci portaro
  4. v. 134. C. A. Subita voce disse;
  5. v. 136. Fossi; terza persona singolare dell’imperfetto congiuntivo, dagli antichi terminata in i, affine di pareggiarla a quella del presente: ami. E.
  6. v. 140. C. A. Montare
  7. v. 153. C. A. Troppo nel petto lor disio