Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/629

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cioè Stazio innanti, Virgilio poi, et io di rieto, e così si dè paFonte/commento: Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/835 l’omo andare in questa vita; cioè che lo intelletto significato per Stazio vada inanti, la ragione significata per Virgilio vegna poi, e poi seguiti la sensualità1 la quale è ben guidata, quando va innansi lo intelletto e la ragione, et ella li seguita: imperò che lo intelletto mosterrà a la sensualità le cose divine, che si convegnano intendere per fede, che la ragione nolle può comprendere; ma ben può aiutare co le suoe ragioni, benchè efficacemente non possa provare, spesso il buon Maestro; cioè Virgilio, Dicea; a me Dante: Guarda; cioè da cadere: questo bene è conveniente a la ragione di far cauta la sensualità, che dell’uno peccato non caggia nell’altro, giovia; ecco che lo sollicità; e questo è anco conveniente a la ragione di sollicitare la sensualità, che non perda tempo, chè io; cioè imperò ch’io Virgilio, che significa la ragione, ti scaltro; cioè ti scorgo la via e faccioti pratico et accorto. Suole dirsi de l’omo pratico e scorto del mondo: Elli è uno scaltrito omo; e cusì si pillia quivi io ti scaltro; cioè ti scorgo e faccio pratico de la via per la via stretta tra i vizi: imperò che agevilmente si potrebbe cadere, necessaria è la guida de la ragione. Feriami ’l Sole in su l’umero destro; perchè chi sallisse in su uno monte tondo che fusse fatto a giri intorno; e, iunto in sul giro, li convenisse volgere in verso mano ritta, converrebbe che la mano ritta venisse di fuora; et essendo lo Sole presso a l’occaso, et elli fusse di ver l’occaso, converrebbe che l’ombra gittasse inverso lo monte, però fa l’autore questa fizione per mostrare vera la sua fizione e per mostrare l’ora ch’era tarda: imperò che il Sole era all’occaso; e però dice: Che; cioè lo quale Sole, già raggiando; cioè risplendendo coi suoi raggi, tutto l’occidente; al quale s’approssimava, Mutava in bianco aspetto di celestro: imperò che ’l cielo occidentale, inanti che ’l Sole vi s’approssimi, è celestro di colore; e poi che ’l2 Sole vi s’incomincia ad accostare per l’abundanzia de lo splendore, muta colore di celestro in bianco, Et io; cioè Dante, facea coll’ombra; la quale lo corpo mio facea, per li raggi del Sole in verso lo fuoco che3 sia da la ripa, più rovente; cioè più rossicante, Parer la fiamma; cioè del fuoco; questo è manifesto che ’l fuoco, veduto dai raggi del Sole, viene gialliccio; e se vi si oppone cosa che ripari li raggi del Sole, lo fuoco ritorna rosso come è di sua natura; e questo è perchè lo maggiore splendore fa4 sparere lo minore, e però lo Sole, che à maggiore splendore che ’l fuoco: fa sparere lo fuoco, e pur a tanto indizio; cioè del giallume del fuoco,

  1. C. M. sensualità significata per Dante la quale
  2. C. M. che ’l cielo vi s’incomincia d’accostare per l’abbondanzia
  3. C. M. che uscia della ripa
  4. Sparere; verbo della terza coniugazione modellato sulla seconda. E.
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