Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/656

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turba; cioè dispregiando e cacciando il male, e moralmente tocca lo costume del savio che modestamente si corruccia, disse; a me Dante: Or; cioè ora: Or è interiezione esortativa, vedi, fillio; chiama Dante fillio perchè, come è ditto, la sensualità dè obedire’a la ragione, come lo filliuolo al padre, Tra Beatrice e te è questo muro; cioè questo mezzo di questa fiamma è come muro che ci conviene passare, se tu vuoi andare a vedere Beatrice. Questa Beatrice, la quale l’autore finge sè amare tanto ardentemente, et ella lui, come ditto è nel processo, significa la santa Teologia de la quale lo nostro autore s’inamorò infine che elli era fanciullo o vero garzone; e però finge che ella fusse giovanetta: imperò che puerilmente la studiava e la intendea; e poi finge che la1 santa donna morisse; cioè che, cresciuto lo intendimento a lui sicchè intendea già le cose grande, a lui venne meno lo desiderio di tale studio, e questo fu lo morire e partirsi di questo mondo: imperò che si partì de la fantasia sua occupata da beni ingannevili del mondo; ma non sì che sempre non sentisse ne la mente sua un grande desiderio di ritornare ad essa et amarla ferventissimamente et a lei accostarsi. Ma perchè ciò non2 potea fare irretito nei peccati, pensò prima d’arrecarsi in odio i vizi e li peccati, considerando la loro viltà e la pena che con seco arrecano; appresso di purgarsi d’essi co la penitenzia e poi ritornare a la santa Teologia et accostarsi a lei, considerando e contemplando le cose celesti quante ne mostra la santa Teologia, e questo non potea fare se prima non compieva la sua purgazione del peccato de la lussuria, come s’avea purgato delli altri; e però ben finge che Virgilio dica che tra Beatrice e lui era quil muro, e questo intelletto si dichiarerà mellio nel processo della cantica, et anco si vede in certe cansoni morali che l’autore compuose, ne le quali tratta di Beatrice. E questo vasti quanto a questa parte al presente, secondo l’allegoria; ma secondo la lettera l’autore nostro, volendo che questo suo libro sia repertorio di tutte le persone diffamate e di tutte le persone virtuose note a lui infine al suo tempo, àe nominato ne la prima cantica le persone diffamate, e ne la seconda e tersa le persone degne di loda sotto vari modi e diverse fizioni; e però come alla entrata3 del purgatorio fece menzione del buono Catone romano uticense, ponendolo a guardia de la intrata del purgatorio, intendendo altro per lui come sposto fu quive, così qui fa menzione di Beatrice e fingerà che la trovi nel paradiso delitiarum. E debbiamo intendere che, udendo le virtù di sì fatta donna, secondo la lettera, elli s’inamorasse de la fama sua ch’ella era stata nel 1100,

  1. C. M. la suprascritta donna
  2. Col Magliab. si è corretto da — potea — fino — la loro viltà. E.
  3. C. M. intrata