Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/678

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Un’aura dolce; cioè uno venticello dilettevile, senza mutamento Aver in sè; questo significa la volontà ferma nel bene che arebbe avuto l’omo, se fusse stato ne lo stato de la innocenzia, e che àe chi in tale stato si conserva, mi feria per la fronte; cioè a me Dante e così mi rifrigerava; e per questo dà ad intendere che tale volontà confortava e dilettava la sua apprensione: imperò che ne la fronte è l’apprensiva, Non di più colpo; cioè non di maggior percossa, che soave vento; cioè che percuota lo vento, quando è soave; e per questo dà ad intendere che soave e dilettevile cosa è la volontà fermata nel bene. Per cui; cioè per la quale aura, le frondi; cioè dell’erbe, e delli arbori, pronte tremulando; cioè apparecchiate per la loro teneressa1 e fleribilità a piegarsi et a tremare, Tutte quante piegavano a la parte; cioè si chinavano tremulando inverso l’occidente, come dimostra quando dice: U’; cioè a la quale parte, il santo monte; cioè del paradiso terresto ne la sua sommità e di sotto del purgatorio, gitta la prima ombra; cioè l’ombra de la mattina, quando lo Sole si leva. E questo finge l’autore, per mostrare che quil delicato vento venia dall’oriente, e però facea piegare le follie inverso l’occidente, come fa lo Sole la mattina quando si leva: imperò che poi gira l’ombra, come gira lo Sole; e per questo dà ad intendere secondo l’allegoria che la volontà diritta nel bene viene da Dio: imperò che, benchè Dio non sia circuscritto da luogo, pur per convenienzia di bellezza e di chiarezza si li dà la parte orientale: imperò che quive più pare che si mostri la sua virtù alli omini de la terra. Ma finge, come apparrà di sotto, che benchè questa aura piegasse le fronde all’occidente, che significa lo mondo: imperò che li atti de la misericordia tutti s’inchinano verso li omini che sono nel mondo; niente di meno non si parteno tanto da la loro dirittura et iustizia, che sempre non intendano tali omini che sono in stato d’innocenzia in ogni loro atto a lodare Iddio, et a questo accordano li loro atti e le loro opere, li quali sempre reduceno a Dio. Non però; benchè le frondi pieghino dove l’aura le pinge, non si parteno però dal loro diritto essere; e però dice: Tanto sparte; cioè partite e divise si sono, s’intende, dal loro dritto esser; cioè non piegano tanto da loro dirittura, che li2 augelletti; cioè stanti, per le cime; cioè delli arbori, Lassasser d’operar ogni lor arte; cioè del cantare. Ma con piena letizia, risedeano; cioè si riposavano, tra le follie; cioè in su li ditti arbori, Cantando l’ore prime: imperò che era da mattina, però finge che cantassero le prime ore, Che; cioè le quali follie, tenean bordone; cioè lo canto fermo, alle suo rime; cioè ai canti che faceano li uccelli; e dimostra per similitudine com’era fatto

  1. C. M. tenneressa e fessibilità
  2. C. M. gli angeletti