Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/818

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   808 p u r g a t o r i o

127Ma vedi Eunoe che là deriva:1
     Menalo ad esso, e come tu se’ usa,
     La tramortita sua virtù ravviva.
130Come anima gentil che non fa scusa,
     Ma fa sua vollia de la vollia altrui,
     Tosto che è per segno fuor dischiusa;
133Così poi che da essa preso fui,
     La bella donna mossesi, et a Stazio
     Onestamente disse: Vien con lui.2
136S’io avesse, o Lettor, più lungo spazio
     Di scriver, io pur conterei in parte
     Lo dolce ber che mai non m’avrea sazio;3
139Ma perchè ne son pien tutte le carte
     Ordite a questa Cantica seconda,
     Non mi lassa più ir lo fren dell’arte.
142Io ritornai da la santissim’onda
     Rifatto sì, come piante novelle
     Rinovellate di novella fronda,
145Puro e disposto a salir a le stelle.4

  1. v. 127. C. A. là si deriva:
  2. v. 135. C. A. Donnescamente disse:
  3. v. 139. C. A. piene son
  4. v. 145. C. A. salire alle

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C O M M E N T O


Deus, veuerunt gentes ec. Questo è xxxiii et ultimo canto de la seconda cantica, nel quale l’autore compie di ponere le suoe figurazioni; e finge come fu imbagnato et abbeverato nel fiume Eunoe. E dividesi tutto in du’ parti: imperò che prima finge come Beatrice li disse certe belle sentenzie e dichiaragioni; nella seconda finge come Beatrice anco li dichiara alcuno dubbio mosso da lui, e come s’imbagnò nel fiume Eunoe e bevène, et è la seconda lezione che incominciasi quive: Ma perch’io veggio ec. La prima, che serà la prima lezione, si divide in cinque parti: imperò che prima finge come per