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178 ARISTOFANE


ben pasciuto in teatro, di Bacco accanto al prete!
E quante vostre bizze ebbe a soffrir Cratète.
quanti maltrattamenti! Pur, v’ammannia con poco
dispendio bei pranzetti, da finissimo cuoco,
impastando urbanissime invenzioni! Del resto,
fra reggersi e non reggersi, se la cavò sol questo!
Sbigottito da esempii simili, ei stava incerto.
E poi diceva ch’essere convien del remo esperto,
pria di porsi al timone, spiare i venti a prua,
e infine, poi, la nave guidar di testa sua!
Per questo, e perché, serio, non venne a far lo scemo
con sue ciance, l’applauso mugghi, ogni man sia remo,
Stretta
onde clamor festante
lenèo s’effonda; e, raggiunta la mèta,
parta lieto il poeta,
raggi sprizzando dal fronte brillante!

coro

Equestre sir, Posidone,
cui diletta il fragore
e l’annitrir d’enipedi corsieri,
e i rapidi velieri
dalle cerulee prore,
e i cocchi dei garzoni
che l’asse avito sperdono
per brillar negli agoni:
scendi fra il nostro Coro — Dio dal tridente d’oro,