Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/374

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NOTE 263

NOTE 263 Pag. 66, v. IO. - 1 patti di ogni convenzione pubblica si scolpivano sopra pilastrini. Pag. 68, r. 15. - La versione dialettale della parte del Megarese si deve a Salvatore di Giacomo. Pag. 69, v. 14. - Lo scoliaste dice che i Megaresi erano famosi per la mala fede e le trappolerie. Qui per altro si beffano pfobabilmente! grossolani spedienti. simili su per giù a quello cui ricorre adesso il povero affamato, coi quali nelle farse megariche si provocavano le risa degli spettatori. Pag. 70, v. 5. - I contadini greci solevano, l’inverno, bere accosto al fuoco (Cfr. Pace, seconda parabasi). Pag. 71, v. I. - Il verbo penare è usato, con la solita maniera comica, contro quanto si aspetterebbe, invece del verbo trincare o simili. Pag. 71, v. 6. - In Nisea erano le saline di Megara: gli Ateniesi ancora non se n’erano impadroniti, ma occupavano I’ isola Minoa, vicino a quella (Tue., Ili, 51), donde impedivano ai Megaresi il commercio del sale. Pag. 71, v. 8. - Anche dopo la prima invasione di Pericle ebbero luogo ogni anno incursioni degli Ateniesi nella Megaride, finché Nisea non fu presa (624). — Tue., II, 31. Pag. 75, v. 9. - Molti dei Greci infatti non facevano simile sacrifizio, a causa del cinghiale che tolse di vita Adone. Ma il Megarese l’intende altrimenti, giuocando su un doppio senso della parola che in greco significa scrofa. Su doppi sensi sono parimente fondate nel testo le domande che Diceopoli rivolge alle fanciulle. Pag, 77, v. 7. - Tragasàia, nel testo; e Tragasài era una città della Troade, il cui nome ricordava il verbo trago, rodo. Pag. 78, v. I. - Le bambine avranno qui buttato il picciuolo del fico, o si saran forbite le labbra, o avranno fatto altro gesto umano anziché ferino. Pag. 79, v. 10. - Ho così adombrato un intraducibile bisenso. Il verbo phàinein, denunziare, significa in greco anche far lume. E Diceopoli dice: che cosa vuoi far lume, senza lucignolo? Pag. 83, v. 2. - Vuole il Bergk (Comm. alt. rei., p. 202) che questo Cratino sia il poeta comico. Ma qui veramente si tratta d’ un