Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/41

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XXXVIII PREFAZIONE


terpunti da vigorosi e frequenti colpi di timpano. 11 Buffo
tiene lesta come può, con lazzi e imprecazioni, alla incomprensibile corìversazione, e soprattutto mesce vino. 11 re,
presto ine’briato, diventa poeta, anzi impara di botto anche
la lingua greca, e canta in versi altisonanti:
Con molle ritmo procedendo, un barbaro,
o dea Selene, Coro innumerevole,
io guido. Or tutti voi, dell’India principi,
intrecciate le danze all’uso serico.
E qui gran colpi di timpano, e clangor d’oricalchi, e quel
contrappunto che sappiamo del Buffo, e balli e balli,
finché i selvaggi, vinti dall’ebbrezza, cascano tutti a terra.
E si arriva così alla
SCENA FINALE
BUFFO
solenne
Questi son tutti già briachi fradici!
FRATELLO
Ora va bene. Oh Graziosa, esci fuori, adesso!
GRAZIOSA
Sono qui, fratello: tutto pronto?