Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu/172

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LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA 169



mnesiloco

Quel macchion non s’^offenda!
C’è libera assemblea, concessa è la parola
a quante cittadine siam qui presenti; e solamente perché in favore d’Euripide diss’io
quel ch’è giusto, coi peli dovrò pagarne il fio?

donna a

Pagare il fio non devi tu? tu che la difesa
d’un uom che tanto male fece a noi tutte hai presa,
d’un uom che ogni suo dramma, per dispetto, imbastiva
su argomenti ove fosse qualche donna cattiva,
Melanippide o Fedra? Su Penelope, invece,
che gli pareva saggia, mai dramma alcun non fece.

mnesiloco

lo so perché: fra quante femmine ai tempi nostri
vivono, di Penelopi, una non me la mostri!
Son Fedre sino all’ultima.

donna a

Sentite come scaglia
di nuovo contumelie, questo fior di canaglia!

mnesiloco

Ma non l’ho mica detto, tutto quel che ho nel sacco.
C’è di peggio, per Giove, se ne volete... Attacco?

donna a

Se hai messo fuori quanto sapevi! Or se’ all’asciutto!