Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu/196

Da Wikisource.

LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA 193

converria serbar per quale di noi donne desse a luce un figliuol che avvantaggiasse la città, stratego o duce, ed il posto nelle Stenie, nelle Scire, e in qual tu vuoi riserbarle delle feste che si celebran fra noi. Ma dovria, se vile o inetto partoriva alcuna un figlio, trierarco tristo, o malo conduttore di naviglio, dietro a quella che un gagliardo partoria, con rasi crini rimanere. E a chi potrebbe parer giusto, o cittadini, che d’Iperbolo la madre, con gran chioma e manto bianco, debba star, di lei che Lamaco generò, seduta a fianco, e che presti ad interesse? Quando presta ad interesse a qualcuno, e vuole il frutto, converria ch’ei non gliel desse, ma negandole i quattrini, le dicesse: « Oh, sei del frutto degna tu, che di lue viscere ne porgevi un sf bel frutto? » Aristofane Commedie. IV - 13