Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu/223

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220 ARISTOFANE



coro

Te, danzatrice vergine.
Palla, invochiam nei cori,
le, che il talamo ignori,
che detta sei clavigera,
e Atene nostra reggi
con visibili leggi:
vien, come a te s’addice,
dei tiranni odiatrice.
Invocan te le femmine:
t’avanza con la Pace,
che di feste si piace.
Venite, o Dee benevole,
al nostro santuario,
dove si niega agli uomini
vedere i riti santi:
e schiarino le fiaccole
gl’immortali sembianti.
Vi supplichiamo, o molto
venerande Tesmòfore,
se mai porgeste ascolto
alle preghiere, piacciavi
anche or di chi vi chiama
esaudir la brama!