Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu/36

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LISISTRATA 33


Fu. fu.
quanto fumo, guarda su!
Arretrano di nuovo.
Si, per favor dei Numi s’accese questa brace I
Non deponete i fasci? Non tuffate la face
di sarmenti nel pentolo? A guisa d’ariete
contro le porte, accesa, lanciar non la volete?
Se al nostro invito togliere non vorranno le leve,
queste donne, alle fiamme dar la porta si deve,
soffocarle col fumo. Il fardel deponiamo!
Depongono a terra i fasci di legno.
Pfuh! Corbelli, che fumo! Qual fra i duci di Samo
ci vuol dare una mano?
Accennando i fasci deposti al suolo.
Questi almeno hanno smesso
di scorticarmi il filo della schiena! A te, adesso,
o caldano! Ravviva la tua brace, sicché
presto l’accesa fiaccola possa porgere a me!
Ficcano fasci di sarmenti nella pentola, e li ritraggono ardenti.
Ora tu, Nice, assistine: cosi. Dea, ci riesca
d aver trionfo contro questa audacia donnesca!
Incominciano ad arrampicarsi sul sentieruolo che sale fra le rocce.

coro di vecchie

Le vecchie, recando ognuna una secchia d’acqua, spuntano dalla pàrodoi
sinistra, e s’avviano verso i propilei, guidate dalla corifea.

vittoria

Veder fiamma e fuliggine, come di fiamma ch’arda,
o compagne, mi sembra. Su, dunque, che si tarda?
Aristofane - Commtdic, IV. 3