Pagina:Commentarii di m. Galeazzo Capella delle cose fatte per la restitutione di Francesco Sforza secondo duca di Milano.djvu/12

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l'arbitrio del Papa, niuna cosa fuori della voglia di quello facevano. Genova si posava nella autorità del Re. I Luchesi, i Sanesi et Federigo Gonzaga signore di Mantova, temevano più tosto che i più potenti principi non tentasseno qualche cosa contra loro, che essi di fare alcuna novità pigliasseno ardimento. Solo Alfonso da Esti, Duca di Ferrara, alquale dalla potentia della Chiesa erano state tolte due città, Modena et Reggio, era reputato che contra 'l Papa havesse cattiva volontà. Ma non era però fuori di speranza d'havere con l'aiuto del Re, del nome del quale era stato sempre grandissimo partigiano, venendone l'occasione, a recuperare, quando che fusse, le cose perdute. Et perciò al Papa non faceva d'haverne dolore sembiante alcuno. Trovavasi a Trento ne confini d'Italia dove era alquanti anni dimorato, Francesco Sforza figliuolo di Lodovico già Duca di Milano. Il quale havendo ricusato conditoni de non picciola importanza, che dal Re di Francia gli erano state offerte, non si potete mai per malignita di tempo, o di Fortuna a cederli le sue ragioni indurre: anzi per recuperarle varii partiti nell'animo rivolgendo, a principi cosi Forestieri come Italiani di chiedere aiuto non restava. La quale cosa quantunque il Re havesse innanzi temuta, nondimeno che di cio più non temesse era cagione la lega nuovamente con Svizzeri fatta. Co quali essendosi congiunto non li pareva che l'armi dell'altre genti li potesseno recare terrore. Così fatto era lo stato d'Italia nell'anno della christiana salute M.D.XXXI. quando Carlo Imperadore comencio a pensare esserli poco honorevole, che il Re di Francia tenesse lo stato di Milano, che per antiche ragioni all'imperio Romano apparteneva, sanza haverne da lui non solamente ottenuto, ma non pure domandato titolo alcuno. Parevagli anche havere un'altra giusta cagione di farli guerra. Perché haveva ritrovato