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dienza, a chi l’onore, l’onore. Amatevi l’un l’altro; perdonate al nemico, se volete che sia perdonato a voi; siate obbedienti alle Potestà costituite, le quali rappresentano la Divinità sulla terra, perchè ogni podestà viene da Dio; sieno i coniugati fedeli ai reciproci lor doveri; amino i mariti le loro spose, come Cristo amò la Chiesa; sieno i genitori solleciti di ben educare e con sane dottrine e con lodevoli esempi la prole; veglino i padroni, perchè i loro servitori siano religiosi e buoni. Ricordivi ancora, o Carissimi, di santificare il giorno festivo com’è voluto dal divino precetto. Oh quante lagrime, oh quante sventure alle famiglie, quando i mariti ed i figliuoli, invece di raccogliersi nella casa dell’orazione per rendersi il Cielo propizio ed istruirsi intorno alla religione, dànno il giorno del Signore alla crapula, al giuoco ed ai bagordi, a cui talvolta mette fine il versamento di sangue fraterno!

Ecco, o Dilettissimi, gli ultimi ammonimenti che vi lascio. Vi piaccia di accoglierli con quella benignità, colla quale riceveste sempre la mia parola, di bene scolpirli nel vostro cuore e di farne la norma costante del vostro operare. Vogliate essere eziandio contenti, che prima di chiudere l’ul-